Sas de le Strie di Scanna
di Luca Webber
Grazie ad
una nuova ricerca a cui stiamo lavorando riguardante i “Sassi delle
streghe”, abbiamo scoperto un interessante articolo sul “Sas de
le Strie” di Scanna, scritto da Bruno Agosti (1). Incuriositi dalla
storia e sopratutto dalla foto del sasso ci siamo attivati per
scoprirne l’esatta posizione, impresa non facile.
Il primo
aprile siamo partiti dal bosco di Somargen in direzione del torrente
Pescara. Ad un certo punto troviamo Rodolfo Agosti impegnato ad
accatastare legna. Rodolfo ci informa che il “Sas delle Strie” si
trova lì vicino, ci indica un sentiero che sale ripido, ed infine
siamo invitati a tornare più tardi per bere qualcosa. Ringraziato,
ci inerpichiamo lungo la stradina fino a raggiungere il sasso.
Masso grande
2.60 x 1.50 mt circa, collocato in un piccolo terrazzamento che un
tempo assicurava una bella veduta sul Monte Ozol e il sottostante
torrente Pescara, oggi completamente celati alla vista da numerosi
arbusti. La prima cosa che notiamo è una targhetta in metallo
avvitata sulla roccia con scritto: “la
fantasia popolare attribuisce queste impronte di scarpe e tacchi alla
danza notturna delle streghe“. Ripulito dal
muschio che lo ricopriva completamente, rileviamo 48 coppelle di
diverse dimensioni e 11 coppelle parziali, tutte praticate con
strumento litico. Osservando l’attuale contesto in cui si trova il
masso non riusciamo a comprendere perché l’uomo si sia dato così
da fare per inciderlo. A ogni modo, felici del ritrovamento, facciamo
ritorno da Rodolfo. Conversando veniamo a sapere che in quel luogo
esistevano numerosi mulini ad acqua ed un fabbro, posti lungo
l’antica via romana che risaliva a fianco del torrente Pescara
verso Rumo e Proves. Addirittura, fino a pochi anni fa, esisteva un
ponte romano a due arcate che permetteva di superare il torrente,
purtroppo andato distrutto. Ora non esiste più nulla di quel
periodo, la stessa strada sterrata è recente, resistono solo le
rovine di antiche costruzioni a testimoniare il duro lavoro di un
tempo, tra cui il “mulin di Gian”
di cui rimangono solo alte mura e il numero civico 32 scritto su una
pietra. L'antica leggenda sulle streghe è il lascito tramandato
dalla gente che lavorava in questi luoghi dimostra l'importanza del
“Sass de le Strie”.
Questo masso
un tempo si trovava sul territorio della Pieve di Livo che
storicamente aveva una giurisdizione da S.Giacomo a Mostizzolo,
comprendeva la valle di Bresimo e il Mezzalone formando un'unità
geografica con la val di Sole; il torrente Pescara determinava il
confine della Pieve fino alla confluenza del torrente Noce. La Pieve
si occupò delle faccende amministrative, giudiziarie e di riscuotere
le imposte vescovili fino al 1824, quando venne aggregata a quella di
Cles. Da allora la val di Bresimo e il Mezzalone venne considerato
parte della val di Non.
Alla fine
salutiamo e ringraziamo Rodolfo per l’accoglienza e le utili
informazioni.
- “MEZALON” periodico semestrale della comunità di Livo – anno III n.2/04 – N.prog.6 – ottobre 2004.
- “LA VAL DI SOLE” di Quirino Bezzi – Centro Studi per la Val di Sole Malè 1975.