Escursione
a Campo Secco di Rabbi
di Luca Webber
Partiti di mattina
presto dalla località Fontanon di Rabbi (1549 mt.) procediamo nel
fitto del bosco in direzione Campo secco. Immersi nel caratteristico
silenzio del bosco mattutino raggiungiamo l’incantevole Malga Campo
Secco (2023 mt.).
Dopo esserci
rifocillati ci rimettiamo in marcia inerpicandoci sul tratto più
ripido fino a spuntare sul terrazzamento collinare di Campo Secco.
Qui è impossibile non fermarsi ad ammirare il magnifico panorama che
si estende su gran parte della val di Rabbi. Ripartiti di nuovo,
percorrendo il sentiero, contempliamo i dintorni sparsi di rocce
depositate lungo il pendio erboso e ci è impossibile resistere alla
tentazione di controllare se riportano tracce di incisioni. Nel
girovagare troviamo due ripari, di cui uno
perfino rivestito con pietre appositamente raccolte nel pascolo e
usate per coprire le superfici del pavimento e muri. Ipoteticamente
entrambi utilizzati come ripari pastorali o d’emergenza in tempi
assai remoti. In sostanza, impieghiamo più tempo a percorrere questo
tratto di sentiero che
tutta la camminata precedente.
Finalmente
raggiungiamo il culmine del pendio dove troviamo un “omino di
pietra”, che tecnicamente indica la via ai viandanti. Vicino una
grossa pietra attira l’attenzione di Giuliano che vi trova sopra
incisa una grossa “coppella”, 17x25 profonda 4 (mt.2359). Dopo
averla controllata attentamente, possiamo affermare sia stata
lavorata dall’uomo per adattarla a qualcosa. Scopo che attualmente
ignoriamo. (contenitore d’acqua, lumino di segnalazione o buca
votiva, etc.etc.). Terminati i consueti rilievi proseguiamo per circa
100 mt., verso passo San Giovanni, e Franca trova su di una roccia
una bella croce latina, 21x44 cm (mt. 2361), potenziata sui lati e
incisa con il metallo. Dalle ricerche successive scopriamo che
dovrebbe trattarsi di un cippo di confine tra Bozzana e la consorella
Campsec.
Oramai si è fatto
mezzogiorno, per cui decidiamo di sospendere le ricerche e di
mangiare. Rimessi in forza decidiamo di tornare a valle. Gironzoliamo
qua e là, osservando le rocce più interessanti senza trovare
alcunché. Riprendiamo il ripido sentiero che ci condurrà alla
macchina soddisfatti delle nuove scoperte.