STABLAZ o MALEDA ALTA
di Luca Webber
Oggi si fa un'escursione in montagna e visto che il tempo promette bene decidiamo per Rabbi, Malga Maleda alta e il Bait delle Fassolle. Partiamo di buon'ora seguendo il vecchio sentiero e, in prossimità della malga, notiamo un colle alberato circondato da sassi, che attira subito la nostra attenzione. Il luogo è suggestivo, il panorama ampio e sulla sua sommità vi è una grande pietra. Ovviamente la puliamo dal muschio e dal terriccio, e potete immaginare la nostra contentezza per il ritrovamento del tutto inaspettato di una decina di coppelle. La nostra semplice escursione diviene cosi una nuova scoperta di antiche coppelle. Non avendo con noi la solita attrezzatura per segnare, misurare e mappare proseguiamo per il Bait delle Fassolle, posto isolato e selvaggio, per poi tornare a pranzo alla malga ripromettendoci di ritornare a finire i rilievi. Come sempre chiediamo informazioni a chi ha passato anni lavorando in malga, un nome, una leggenda. Scopriamo che il colle piace istintivamente come luogo in sé, ha un suo modo di attrarre e se accade ai giorni nostri volete non succedesse anche molto, ma molto tempo fa?
Torniamo con altri del gruppo per i rilievi di rito. Alla fine contiamo 15 coppelle incise con la pietra e Giuliano trova incisa una croce latina in un sasso vicino più piccolo. Perlustriamo la zona ma non troviamo altro...per oggi!!!
Per
le coppelle scoperte oggi, come già sottolineato più volte,
al momento nel mondo accademico non esiste una interpretazione
univoca sul loro significato.
Osservando
la roccia incisa, leggiamo la presenza di molteplici coppelle
(cinque) che sembrano seguire uno schema grafico indicante i punti
cardinali nord e sud, come pure il Monte Sole. Le restanti coppelle
appaiono poste senza un'apparente regola.
Disposizione
che ci ha fatto considerare e offerto molteplici ipotesi, dalla
raffigurazione di carte celesti a mappe topografiche o un altare
destinato ai sacrifici. Idee affascinanti che però non trovano
corrispondenze. L'assenza di altri segni sulla roccia incisa, rende
difficile una interpretazione oggettiva a fornire dati precisi a
livello storico e culturale.
La
croce latina, trovata incisa nel vicino masso, ci aiuta solamente a
capire che il luogo è stato frequentato anche in tempi più recenti.
Ipoteticamente chi ha “segnato”
la roccia lo ha fatto non per indicare un confine (abbiamo
verificato, non esistono confini in quel luogo), bensì per
sacralizzare lo spazio. La pratica di incidere la croce si diffuse
soprattutto nel Medioevo con funzioni apotropaiche. Si cercava di
tenere lontano ciò che si pensava negativo da luoghi ritenuti
frequentati dal soprannaturale.
Oggigiorno
rimane certa la persistenza nel tempo di rituali nella tradizione
popolare alpina aventi come segno simbolico la coppella. Tradizioni
identificati per la maggiore in funzioni apotropaiche e protettive,
come pure rituali e religiosi.