Cerchio di pietra alla malga Tremenesca Alta (mt. 2004)
di Rabbi
di Luca Webber
“Sulla
faccia della terra sono disseminati molti templi primitivi come
Abury, che testimoniano una religione comune dei suoi abitanti.....
quella del sole, documentata nei templi megalitici circolari in ogni
angolo del mondo …. La religione, quale che fosse, fu un tempo la
religione dell'India, della Cina, dell'Europa meridionale,
dell'Arabia, dell'Africa del Nord.”
Francis
Hitching
Il lavoro che ci
proponiamo, e fin qui svolto, ha avuto lo scopo principale di censire
i massi incisi e, in secondo luogo, esporre concetti relativi alle
funzioni di tali incisioni. Grazie alla segnalazione di Nicola
Pedergnana e al contributo della Stazione Forestale di Rabbi abbiamo
studiato nuovi massi coppellati presso la malga Tremenesca Alta in
Val di Rabbi.
Si tratta di rocce
erratiche posizionate su di un terrazzamento in ambiente a pascolo,
dominante e panoramico, con presenza di vie di comunicazione.
Pietra 1 (mt.
1933): grande roccia, circa 2,10x1,15 mt., affiorante dal
terreno 20 cm. circa, con incise 3 coppelle, diametro e profondità
diverse, realizzate con strumento litico e attrezzi in metallo. In
particolare due incisioni, per la loro sezione cilindrica con pareti
ad angolo retto fanno pensare che siano state praticate con strumento
metallico. Questo però non esclude la possibilità che le stesse
siano state in origine realizzate con la pietra e successivamente
lavorate con il metallo.
Pietra 2 (mt.
1937): grande roccia frammentata in più punti, circa
1.35x0.85 mt., con incise sulla superficie orizzontale 7 coppelle di
diametro e profondità diverse, realizzate con strumento litico.
Poste sul lato verticale, 2 incavi che, sebbene molto dubbie,
possono assomigliare a delle coppelle.
Pietra
3 (mt. 1961): grande masso affiorante dal terreno su cui è
praticata un’unica incisione profonda 0,5 mm. e di 13 cm di
diametro circa. Incisione di difficile lettura causa le vistose
alterazioni termoclastiche subite.
La ricerca potrebbe
terminare ora, poiché sappiamo che chiunque voglia comprendere i
massi incisi, costituiti per lo più da coppelle, canalette, vasche e
pochi altri elementi, nonché la spiritualità antica che evocano, sa
già in partenza di andare incontro ad un alto livello d’incertezza
facendo ipotesi che, per la maggior parte dei casi, risultano
affascinati ma che presentano il grave limite di essere difficilmente
provate.
Tuttavia noi ci vogliamo
provare accantonando, almeno temporaneamente, la pretesa di trovare
spiegazioni sicure sul loro utilizzo, per incentrare l’attenzione
sulle questioni suggerite dalla stessa realtà oggettiva,
riconoscendo al contesto, geografico e culturale, tutta l’importanza
che ha.
- collocate a pochi metri dai ruderi della vecchia malga (sito abitativo);
- visuale territoriale vastissima, (controllo confine territoriale);
- comunicazione visiva con il masso inciso al Lago Corvo e con ”l’Om della Terzolas” (sito abitativo con presenza di massi incisi);
Considerazioni che ci
spingono ad indagare meglio il contesto territoriale, geolocalizzando
con Gps i massi incisi ed individuando altre rocce interessanti.
Successivamente elaborando il tutto su mappa, emerge che la pietra
1 è collocata nel mezzo di un cerchio/ovale di pietre, definito
“Chromlech”, composto da nove “Menhir”. Pietre
di diverse misure, ora coricate in terra, che danno forma ad un
recinto dove, con ogni probabilità, si praticavano rituali.
In primo luogo un cerchio di pietra è un antico monumento che spesso racchiude al suo centro tumuli, oppure dei menhir, pietre singole erette. Le pietre che compongono il cerchio possono variare da 4 a molte decine e non sempre risultano perfettamente circolari, spesso prendono la forma di un’ellisse. “Le prove archeologiche, insieme alle informazioni astronomiche, geologiche e matematiche, suggeriscono che l’obbiettivo dei cerchi di pietre fosse collegato al culto dei popoli preistorici, e che la loro costruzione possa essere usata per ricordare antiche conoscenze ingegneristiche, sociali e religiose. La loro esatta funzione è da sempre dibattuta, ma una delle ipotesi più accreditate è che si sarebbe trattato di luoghi sepolcrali o segnalatori di punti astronomici riferibili a particolari momenti del calendario. Dal momento che gli eventi astronomici dipendono fortemente dalla posizione geografica, si suppone che chi costruì i cerchi avesse anche conoscenze geografiche di base, ed unità di misura di tempo e di distanza.” (1) Personalmente aggiungerei anche le seguenti ipotesi formulate da alcuni studiosi, che ritengo interessanti: “pietre miliari”, “indicatori di confine”, “linee di forza”, “rete di sentieri/piste”.
L’uomo, ad un certo punto della sua evoluzione, ha sentito il bisogno di qualcosa di più di cibo e di un riparo, ed ha maturato una sua filosofia che, in un ottica di religiosità popolare, rappresenta uno dei principali strumenti espressivi mediante cui stabiliva una relazione con l’ambiente naturale che lo circondava. I “chromlech”, apparentemente costruiti senza grande precisione e senza alcuna funzione pratica, sono disseminati un po’ ovunque sulla faccia della terra pronti a meravigliarci e a ossessionarci, quali testimoni del tempo in cui l’uomo mosse i primi passi verso la civiltà.
Ogni “Cerchio di pietra” racchiude un proprio enigma, una cosa tuttavia hanno in comune, i primi sforzi dell’uomo di spiegare i misteri dell’universo.
1 – it.wikipedia.org
Bibliografia:
- Francis Hitching “Magia della terra – Il mistero dell'uomo megalitico e della sua civiltà perduta” Ed. 1978 Sonzogno
(fotografia Franca Emanuelli -Scozia isole Orcadi - Stones of Stenness – 2.500 A.C. – in origine composto da 11/12 pietre in cerchio, rimangono 4 pietre di cui una supera i 5 mt. In altezza)