Rabbi Ceresè Sas da la Stria o Sas Plan
di Luca Webber
Come
già menzionato nello scritto “Streghe” di Valentino Santini (1),
in valle vi sono numerosi esempi di massi erratici con presenza di
erosioni coppelliformi di origine naturale dai fini
magico-apotropaici.
In
ambienti molto legati alla terra e al bosco, antiche pratiche e
rituali di origine pagana hanno resistito a lungo alla
cristianizzazione, proseguendo per secoli.
Altari
utilizzati a protezione del soprannaturale, in seguito additati come
luoghi di superstizione nel tentativo di sopprimere antiche e scomode
pratiche, hanno dato luogo a leggende e ai nomi più svariati: Sas da
la Stria, Sas Plan, Sas dal Mort, Busi de le Strie, Croz
de la Stria, e
molti altri ancora.
E’
il caso del Sas da la Stria o Sas Plan, utilizzato per fini
magico-terapeutici, che si trova in Val di Rabbi nelle vicinanze
dell’abitato di Ceresè. Percorrendo un sentiero, oramai
abbandonato, in località “masini”,
ci addentriamo nel folto del bosco fino a raggiungere il Sas Plan, un
grande masso proteso nel vuoto la cui sommità è letteralmente
piatta. Ripulendo la superficie piana della roccia dal fogliame,
terriccio e muschio, abbiamo portato alla luce numerose erosioni
circolari di diverse misure e di origine naturale. Osservando con
attenzione la roccia abbiamo rinvenuto undici incavi che potrebbero
essere stati lavorati artificialmente, poiché ben lisciati
all’interno e adatti a contenere liquidi o qualunque altro oggetto.
Sul
lato verticale, proteso a nord, troviamo la grande coppella, 20x26
cm, nominata nelle leggende, una concavità, presumibilmente
naturale, anch’essa ben lisciata al suo interno ma certamente non
adatta a contenere.
Una
sorgente d’acqua nelle immediate vicinanze può indicare
l’esistenza di una tradizione millenaria, il culto
magico-terapeutico dell’acqua, che univa l’uomo all’ambiente
naturale che lo circondava.
Chiacchierando
con gli anziani della valle vengo a sapere che fin da piccoli i loro
genitori, raccontavano ……..
Enrica
Zinzarella ….di
non andare da quelle parti perché c'erano le streghe e di non
avvicinarsi al Sas Plan….,
perché le streghe le
te striava (stregava) battendo i cazzot e le forchette……..
Anna
Iachelni …. di
non andare al Sas Plan perché c'erano le streghe….
…in quel tempo
abitavano molti giovani a Ceresè e non avevamo paura di cosa
dicevano i grandi……. il Sas Plan era il posto preferito per
giocare da noi bambini…… ci andavamo di continuo e per gioco
mettevamo la testa nel buco.
Lucio
Casna … andavo
al Sas de la Stria e per gioco mettevo la testa nel buco…… mi
ricordo che sul sasso cerano forchetta, coltello e cucchiaio……….
Anselmo
Magnoni ….. di
una strega che stava
correndo, cadendo ha sbattuto nel sasso lasciando l’impronta della
sua testa…….
Giacomo
Cicolini …. sul
Sas de le Strie ci andavo a giocare
… solo di giorno
perché la notte venivano le streghe….
prosegue raccontando che dopo la località “masini”
si trova il “Croz del Bech” ….. un
giorno un bech, che si trovava sul sasso, è caduto nel vuoto dopo
essere stato spaventato da una strega ……….. andando
avanti si raggiunge il “Croz de la Vecla”, dove
si racconta che vivesse una vecchia……..
Per
fortuna l’enorme lavoro profuso per contrastare le superstizioni
legate alle pietre, alberi e fonti non si è del tutto realizzato. Il
montanaro, istintivamente, ha conservato e tramandato tradizioni
millenarie che lo uniscono spiritualmente all’ambiente naturale che
lo circonda.