Peio - Il
Sasso della Monaca
di
Santini Valentino
Esistono
molti paesi, in Italia e nel resto del Mondo, dove la stregoneria è
tutt'ora praticata, sia essa nella forma di vecchia o nuova
religione. Contemporaneamente troviamo delle località dove la
stregoneria è definitivamente, o quasi, relegata alla storia.
Mentre
nella vicina Val di Non, Val di Fiemme e Val Camonica la stregoneria
è parte integrante della storia locale perché colpite direttamente
dal flagello dell'inquisizione, sulla Val di Sole aleggiano solamente
leggende e racconti. E' qui che si colloca il nostro Sasso della
Monaca, imponente masso attraversato da una fenditura naturale che
sulla sommità, massi, terra ed altro materiale di riporto, formano
un tetto creando un vero e proprio riparo/caverna.
Siamo
nella laterale Val di Pejo, per la precisione sopra l'abitato di Pejo
Terme, qui la leggenda riporta di una monaca, in fuga dalla lontana
Valtellina, da quello che viene ricordato come "il
Sacro Macello".
Questa infatti è la leggenda di Suor Gesualda che, fuggita dal
proprio convento ridotto a fuoco e fiamme dove tutte le sorelle
vennero trucidate, trova rifugio in Val di Pejo, dentro una fenditura
della roccia che eleggerà a sua nuova cella. Quella che ora l'ha
adottata è una terra dura, di carbonai ed il lavoro per lei non
manca, le donne le consegnano volentieri i nati da accudire per
correre in appoggio ai mariti e Gesualda così si sente utile ed
integrata nella popolazione.
Questa
dolce e disponibile suora suscita tanta ammirazione e rispetto da
venire acclamata come la loro Madonna, fino a quella mattina
d'inverno. La notte era stata particolarmente nevosa e i carbonai
meravigliati di non aver ancora visto la loro madonna, salirono fino
al sasso e lì giaceva il corpo della suora, caratterizzato da una
luminosa serenità, che subito pensarono fosse finalmente riuscita a
realizzare lo scopo di una intera vita di preghiera e rinunce,
raggiungendo la casa del Padre.1
Non
troviamo solo leggende però. All'interno della fenditura sono stati
rinvenuti, retaggio di un culto pagano, dei lunghi chiodi curvati a
ferro di cavallo, antico simbolo del ventre materno2.
Questo, unito al significato della grotta, ovvero l'entrare
nuovamente nel grembo di madre Terra, fa pensare ad un rito
propiziatorio di fertilità.
Ora
si può ipotizzare che, visto il periodo storico, dove la religione
era molto rigida, la figura di una suora eletta addirittura a Madonna
e la località utilizzata per riti pagani che inneggiavano la Dea
Madre, l'unico, o il più immediato modo per screditare tutto fosse
la stregoneria. Ecco allora che suor Gesualda diventa la strega che
abita il sasso, addirittura si racconta che la povera donna di fede,
entrata all'interno della fenditura ne uscisse dal lato opposto
sedotta dal diavolo e trasformata in strega.
Questo,
molto brevemente, quello che si cela attorno ad un luogo, il Sasso
della Monaca, tutt'ora denso di suggestione ed energia.
1Lungo
le rive del Noce, Quirino
Bezzi, Centro
Studi per la Val di Sole
2Tra
stue e stale, Vittorio
Pirri, Tipolitografia
La Grafica