Arnago Antichi percorsi pastorali
di
l 17 marzo, passeggiando sopra l’abitato di Arnago, Franca e Manuela scoprono delle coppelle. Essendo sprovviste di attrezzatura per compiere i rilievi di rito organizziamo, pochi giorni dopo, un’uscita con altri componenti dell’associazione per rilevarne l’esatta posizione. Con nostra grande sorpresa, salendo lungo l’antico sentiero, le coppelle risultano essere molte di più di quelle segnalateci.
Dall’abitato di Arnago, superate le ultime abitazioni, prendiamo l’antico sentiero lastricato che si inerpica in salita fino a giungere a un masso rotondeggiante recante sulla sua superficie piana una piccola coppella ben lisciata al suo interno.
Andando avanti arriviamo alla loc. “le Varde”, sito già studiato e segnalato nel nostro sito http://www.valdisoleantica.net/2014_arnago-le-varde.html
Un’altra testimonianza del passato la troviamo lungo la strada su di un muretto di sostegno, un masso riportante incisa la scritta SPCC1878.
Continuando a salire, rintracciamo un masso posto a bordo strada, presumibilmente di giacitura secondaria, riportante una coppella, assai profonda e rovinata, e una croce latina che si intravedere a stento.
Da
questo punto, lasciata la strada, saliamo lungo una stradina
lastricata che ci permette di giungere sulla sommità di una roccia
protesa nel vuoto dove, togliendo un bel
po’ di foglie, terriccio e muschio, quelli che sembravano segni
abbozzati risultano invece essere incisioni praticate dall’uomo.
Con appassionato e duro lavoro abbiamo portato alla luce sulla
superficie rocciosa, 6 coppelle e una croce latina (9x12) più una
coppella dubbia, di sicuro realizzate in tempi remoti e scordate da
parecchio tempo.
Salendo
più in alto raggiungiamo il maso “Sarot” e, su un affioramento
roccioso, troviamo 4 coppelle a fondo concavo e di diverse misure,
non ben lisciate all’interno ma incise assai profondamente, tanto
da farci dubitare si tratti di coppelle ma, escludendone la
naturalità, sicuramente realizzate artificialmente.
Un
ultima incisione del passato la troviamo a mt. 1462 sui resti di una
possibile malga un masso riportante la data 1878, una croce latina e
le lettre PC.
Oggigiorno
non sappiamo dire con esattezza perché l’uomo praticava questi
antichi rituali di origine pagana, il cui senso religioso è andato
perduto, ma siamo in grado di ipotizzare che si possa trattare di
altari a cielo aperto, creati a protezione del soprannaturale, una
demarcazione, una linea estrema per difendersi da ciò che reputavano
maligno e scongiurare ogni evento insolito.
A
riprova di quanto detto, le pietre incise rinvenute sono poste lungo
un sentiero frequentato fin dall’antichità e in diretta
corrispondenza visiva tra di loro, territori, a quei tempi,
totalmente a pascolo. Riflettendo, chiunque percorra questo ripido
sentiero, non può che trattenere il fiato di fronte alla
straordinaria bellezza che gli si presenta, uno sguardo d’insieme
che fa innalzare il pensiero verso Dio, con qualunque nome egli sia
chiamato.
Facciamo
un salto indietro nel tempo e…….immaginiamo
uomini, donne e bambini, che salgono questo antico sentiero per la
caccia in epoche lontane o per la pastorizia in epoche più vicine a
noi. Uomini, donne e bambini, che sostano su questi altari lasciando
offerte nelle coppelle per cercare di comunicare con
il divino, per invocarlo o per placarlo………