2015_Valle d'Aosta - Val di Sole Antica

associazione VAL DI SOLE ANTICA
Val di Sole Antica
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GITA IN VALLE D'AOSTA
di Luca Webber

Quest’anno ci siamo recati in Valle d’Aosta alla scoperta dell’arte rupestre di questa regione.

Il primo giorno, approfittando del bel tempo, sapendo che ci attende una lunga scarpinata, ci siamo recati alla ricerca del masso raffigurante le Pleiadi, situato nel Comune di Lillianes in loc. Plan des Sorcières a mt. 1.950. Dopo circa tre ore di salita, siamo arrivati nel luogo stabilito e lì abbiamo potuto ammirare, in un pianoro richiamante la forma un anfiteatro, circondato da abeti e rododendri,  “le più antiche mappe stellari esistenti” (1). Ai margini del pianoro troviamo il masso delle “Pleiadi” ed altre due pietre le ritroviamo disseminate nello spiazzo erboso. Plan des Sorcières è segnato soprattutto come punto principale di ritrovo delle streghe, di cui la leggenda riporta che:
Molti anni fa, una sera di agosto, alcune donne di Lillianes si accordarono per partire l’indomani all’alba verso gli alti alpeggi per tagliare il fieno selvatico. una di esse, per trovarsi sulla strada, andò a dormire nella casa che possedeva a Pra dal Bosc. Le parve di essersi addormentata da poco quando fu svegliata da richiami che ella credette venissero dalle compagne. Prese la falce, le corde, il sacchetto delle provviste e s’incamminò velocemente. Poco dopo però, non avendo ancora incontrato il gruppo, si fermò in attesa. Scrutando nel buio in cerca delle amiche, scorse dei riflessi di luce e udì dei canti provenire dalla parte del colle Portollaz. Si diresse verso quel bagliore e, ad un altipiano, una vista terribile la tramortì di spavento. Intorno ad un gran fuoco degli uomini, ma soprattutto molte donne che ella conosceva, danzavano, banchettavano, urlavano e prestavano oscenamente omaggio al diavolo presente sotto forma di immondo animale. Ad un tratto una strega gridò: “Qualcuno ci osserva, sento odore di carne cristiana!” e la poverina, dopo essere stata afferrata, malmenata e minacciata, perse i sensi. Fu ritrovata dalle compagne che la riportarono a casa. Solo dopo molti anni si riuscì a strapparle il racconto di ciò che aveva visto in quella terribile notte. Non fece mai il nome dei partecipanti al macabro convegno finché erano in vita; soltanto quando una delle persone che aveva riconosciuto era morta diceva: “Questa l’ho vista alla sinagoga delle streghe, al Plan des Sorcières!” (2)
Il 31 maggio visitiamo il Cromlech del Piccolo San Bernardo, un complesso megalitico situato sull’antica via che conduceva da Milano a Vienna transitando sul passo a 2.188 mt. Malauguratamente, una volta raggiunto il passo del Piccolo San Bernardo, ci rendiamo subito conto che, nonostante la bella giornata, sarà impossibile godersi come merita il sito megalitico, dato che la maggioranza delle pietre si trova ancora sotto un’abbondante coltre di neve.
Nonostante questo contrattempo non demordiamo, e facciamo ugualmente una passeggiata lungo il tracciato ipotetico del cromlech,  formato da 46 pietre poste ad una distanza che varia dai 2 ai 4 metri l’una dall’altra, andando a formare un cerchio di circa 80 mt. Fu costruito nella preistoria dagli antenati dei Valdostani, i Salassi, popolazione di origine, lingua e cultura celtica e malgrado numerose ipotesi, la sua destinazione resta sconosciuta. La tesi più accreditata è che, per la sua forma e l’orientamento, fungesse da osservatorio astronomico.
Nella mattinata del 1 giugno, saliamo nei pressi dell’abitato di Vollein. Giunti su un dosso roccioso, abbiamo visitato la necropoli di Vollein del IV millennio a.C., scoperta nel 1968 nei pressi dell’omonimo villaggio, formata da 66 sepolture a ciste litiche, ossia a forma di cassetta di pietra sporgente dal terreno, composte da quattro lastroni montanti e di una lastra di copertura senza pavimentazione. Sull’altopiano numerose coppelle, di difficile lettura. Sfortunatamente l’area interessata dalla necropoli è in stato di abbandono, ma la gita merita anche per il panorama che si gode.
Nel pomeriggio, a pochi passi dal villaggio di Seissogne, troviamo un enorme masso erratico nel bel mezzo di un prato. Salitici sopra scopriamo numerose coppelle disseminate un po’ ovunque. (3)  
Il giorno seguente, dopo una bella passeggiata nel bosco di circa 30 minuti, siamo giunti in località Machaby nel Comune di Arnad, dove abbiamo trovato la pietra della fertilità, detta anche scivolo delle donne o guaita, pietra legata ad antichi riti.
Sul posto conosciamo Marco Joly, un’artista valdostano, che all’interno della sua casa d’infanzia ha allestito una mostra delle sue sculture. Ci racconta che da piccolo giocava scivolando lungo la pietra “guaita”, che il 5 agosto si festeggiava il patrono di Machaby a cui partecipavano numerose persone che giungevano dai vicini villaggi e, abbozzando un sorriso, ci dice che in quella occasione si formavano numerose coppie e nascevano molti bambini.
Passeggiando nelle vicinanze della pietra abbiamo trovato anche delle iscrizioni rupestri.
Terminiamo la gita nel comune di Bard, per visitare le incisioni rupestri dell’ “Archeoparc”, uno dei siti di arte rupestre fra i più importanti della Valle d’Aosta.
Purtroppo l’individuazione delle stesse è risultata particolarmente difficoltosa poiché le incisioni, praticate con la tecnica della “martellina”, si presentano parzialmente cancellate dall’azione del tempo.
  1. secondo lo studioso archeoastronomo Guido Cossard
  2. Itinerari del sortilegio nella Valle del Lys di Luciana Pramotton
  3. S.Va.P.A. – Société Valdòtaine de Préhistoire et Archéologie

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