GITA IN VALLE D'AOSTA
di Luca Webber
Quest’anno ci siamo
recati in Valle d’Aosta alla scoperta dell’arte rupestre di
questa regione.
Il primo giorno,
approfittando del bel tempo, sapendo che ci attende una lunga
scarpinata, ci siamo recati alla ricerca del masso raffigurante le
Pleiadi, situato nel Comune di Lillianes in loc. Plan des Sorcières
a mt. 1.950. Dopo circa tre ore di salita, siamo arrivati nel luogo
stabilito e lì abbiamo potuto ammirare, in un pianoro richiamante la
forma un anfiteatro, circondato da abeti e rododendri, “le più
antiche mappe stellari esistenti” (1). Ai margini del pianoro
troviamo il masso delle “Pleiadi” ed altre due pietre le
ritroviamo disseminate nello spiazzo erboso. Plan des Sorcières è
segnato soprattutto come punto principale di ritrovo delle streghe,
di cui la leggenda riporta che:
“Molti anni fa, una
sera di agosto, alcune donne di Lillianes si accordarono per partire
l’indomani all’alba verso gli alti alpeggi per tagliare il fieno
selvatico. una di esse, per trovarsi sulla strada, andò a dormire
nella casa che possedeva a Pra dal Bosc. Le parve di essersi
addormentata da poco quando fu svegliata da richiami che ella
credette venissero dalle compagne. Prese la falce, le corde, il
sacchetto delle provviste e s’incamminò velocemente. Poco dopo
però, non avendo ancora incontrato il gruppo, si fermò in attesa.
Scrutando nel buio in cerca delle amiche, scorse dei riflessi di luce
e udì dei canti provenire dalla parte del colle Portollaz. Si
diresse verso quel bagliore e, ad un altipiano, una vista terribile
la tramortì di spavento. Intorno ad un gran fuoco degli uomini, ma
soprattutto molte donne che ella conosceva, danzavano, banchettavano,
urlavano e prestavano oscenamente omaggio al diavolo presente sotto
forma di immondo animale. Ad un tratto una strega gridò: “Qualcuno
ci osserva, sento odore di carne cristiana!” e la poverina, dopo
essere stata afferrata, malmenata e minacciata, perse i sensi. Fu
ritrovata dalle compagne che la riportarono a casa. Solo dopo molti
anni si riuscì a strapparle il racconto di ciò che aveva visto in
quella terribile notte. Non fece mai il nome dei partecipanti al
macabro convegno finché erano in vita; soltanto quando una delle
persone che aveva riconosciuto era morta diceva: “Questa l’ho
vista alla sinagoga delle streghe, al Plan des Sorcières!” (2)
Il 31 maggio visitiamo il
Cromlech del Piccolo San Bernardo, un complesso megalitico situato
sull’antica via che conduceva da Milano a Vienna transitando sul
passo a 2.188 mt. Malauguratamente, una volta raggiunto il passo del
Piccolo San Bernardo, ci rendiamo subito conto che, nonostante la
bella giornata, sarà impossibile godersi come merita il sito
megalitico, dato che la maggioranza delle pietre si trova ancora
sotto un’abbondante coltre di neve.
Nonostante questo
contrattempo non demordiamo, e facciamo ugualmente una passeggiata
lungo il tracciato ipotetico del cromlech, formato da 46 pietre
poste ad una distanza che varia dai 2 ai 4 metri l’una dall’altra,
andando a formare un cerchio di circa 80 mt. Fu costruito nella
preistoria dagli antenati dei Valdostani, i Salassi, popolazione di
origine, lingua e cultura celtica e malgrado numerose ipotesi, la sua
destinazione resta sconosciuta. La tesi più accreditata è che, per
la sua forma e l’orientamento, fungesse da osservatorio
astronomico.
Nella mattinata del 1
giugno, saliamo nei pressi dell’abitato di Vollein. Giunti su un
dosso roccioso, abbiamo visitato la necropoli di Vollein del IV
millennio a.C., scoperta nel 1968 nei pressi dell’omonimo
villaggio, formata da 66 sepolture a ciste litiche, ossia a forma di
cassetta di pietra sporgente dal terreno, composte da quattro
lastroni montanti e di una lastra di copertura senza pavimentazione.
Sull’altopiano numerose coppelle, di difficile lettura.
Sfortunatamente l’area interessata dalla necropoli è in stato di
abbandono, ma la gita merita anche per il panorama che si gode.
Nel pomeriggio, a pochi
passi dal villaggio di Seissogne, troviamo un enorme masso erratico
nel bel mezzo di un prato. Salitici sopra scopriamo numerose coppelle
disseminate un po’ ovunque. (3)
Il giorno seguente, dopo
una bella passeggiata nel bosco di circa 30 minuti, siamo giunti in
località Machaby nel Comune di Arnad, dove abbiamo trovato la pietra
della fertilità, detta anche scivolo delle donne o guaita, pietra
legata ad antichi riti.
Sul posto conosciamo
Marco Joly, un’artista valdostano, che all’interno della sua casa
d’infanzia ha allestito una mostra delle sue sculture. Ci racconta
che da piccolo giocava scivolando lungo la pietra “guaita”, che
il 5 agosto si festeggiava il patrono di Machaby a cui partecipavano
numerose persone che giungevano dai vicini villaggi e, abbozzando un
sorriso, ci dice che in quella occasione si formavano numerose coppie
e nascevano molti bambini.
Passeggiando nelle
vicinanze della pietra abbiamo trovato anche delle iscrizioni
rupestri.
Terminiamo la gita nel
comune di Bard, per visitare le incisioni rupestri dell’
“Archeoparc”, uno dei siti di arte rupestre fra i più importanti
della Valle d’Aosta.
Purtroppo
l’individuazione delle stesse è risultata particolarmente
difficoltosa poiché le incisioni, praticate con la tecnica della
“martellina”, si presentano parzialmente cancellate dall’azione
del tempo.
- secondo lo studioso archeoastronomo Guido Cossard
- Itinerari del sortilegio nella Valle del Lys di Luciana Pramotton
- S.Va.P.A. – Société Valdòtaine de Préhistoire et Archéologie