Gita
dell'Associazione Croce sul Monte a Cusiano
di Franca Emanuelli e Luca Webber
Una
interessante scoperta archeologica per la conoscenza del nostro
passato vallivo, è stata fatta una domenica di luglio durante una
delle nostre consuete escursioni organizzate dall’Associazione alla
ricerca del dos Casteler di Cusiano.
Partendo
dal paese e salendo verso il monte, nei pressi di un capitello, con
vista Passo Tonale e panorama sul Castello e chiesa di Ossana,
abbiamo rinvenuto una croce patente incisa nella roccia.
Soddisfatti
per il ritrovamento inaspettato, continuiamo la salita e la ricerca
con le poche indicazioni a disposizione.
Imboccato
finalmente quello che sembra il sentiero giusto, analizzando come
sempre ogni masso, iniziamo a trovare tracce dell’antico
castelliere.
Un
luogo più degli altri ci attrae e una pietra affiorante richiama la
nostra attenzione: sembra vi sia un’incisione artificiale.
Togliendo
un po’ di foglie, terriccio e muschio quello che sembrava un segno
abbozzato risulta invece essere inciso in profondità e corrispondere
ad un simbolo di origini medievali conosciuto con il nome di “croce
sul monte”.
E’
la traccia di un pellegrino o di un devoto, che nel modo più
elementare ha voluto lasciare al tempo il ricordo della sua fede. I
pellegrini usavano lasciare tracce esclusive e misteriose del loro
passaggio con dei simboli graffiti su rocce o mura di edifici sacri,
che esprimevano lo stadio dell’evoluzione interiore che essi
avevano raggiunto. Simboli di cui oggi si è perso il significato ma,
per gli iniziati di quell’epoca, erano ben comprensibili e pregni
di valore.
Analizziamo
ora il graffito:
La
croce latina patente: la sua natura devozionale sembra non
poter essere messa in dubbio. Raffigura un doppio valore, cristiano
(passione di cristo) ed esoterico ( la figura umana di cui è lo
schema).
Il
triangolo: simbolo della Montagna Sacra, per gli antichi il
cammino per raggiungere la conoscenza mistica, l’ascesa interiore
dell’uomo.
La
croce latina patente al vertice di un triangolo ( o croce
sul monte), rappresenta l’apice della ricerca
spirituale dell’uomo che ha scalato il monte della saggezza; ogni
iniziato sentiva il diritto di esprimere se stesso mediante una firma
simbolica che non era più un relativo nome e cognome, ma un segno
per sua natura universale, atto a rappresentare la sua avvenuta
illuminazione interiore.
Il
raggiunto livello spirituale toglieva ad ognuno la sensazione di
un’entità isolata, contaminata dall’ego, e faceva assumere una
coscienza di sé in quanto parte di un insieme universale. A quel
punto lasciare alla posterità un nome e cognome non avevano più
senso.
La
pietra non si trova su una sommità , né in un punto dominante del
paesaggio, il che significa che chi l’ha incisa credeva fortemente
di aver raggiunto in quel luogo ciò che il simbolo intendeva
esprimere. Lo dimostra l’esecuzione dell’incisione profonda e ben
marcata su una dura roccia. Quel pellegrino, rappresentando se stesso
sul vertice di un simbolico monte, testimoniò ai posteri il
raggiunto apice della sua ricerca interiore e lì lasciò il segno
della sua avvenuta presa di coscienza.
BIBLIOGRAFIA:
Anna
Giacomini, “Il libro dei segni sulle pietre”, ed. Arktos
Carmagnola, 2001