IL SASS PLAN o DE LE STRIE A RABBI (TN)- 3 novembre 2016

di Luca Webber

Come già menzionato nello scritto “Streghe” di Valentino Santini (1), in valle vi sono numerosi esempi di massi erratici con presenza di erosioni coppelliformi di origine naturale dai fini magico-apotropaici.

In ambienti molto legati alla terra e al bosco, antiche pratiche e rituali di origine pagana hanno resistito a lungo alla cristianizzazione, proseguendo per secoli.

Altari utilizzati a protezione del soprannaturale, in seguito additati come luoghi di superstizione nel tentativo di sopprimere antiche e scomode pratiche, hanno dato luogo a leggende e ai nomi più svariati: Sas da la Stria, Sas Plan, Sas dal Mort, Busi de le Strie, Croz de la Stria, e molti altri ancora.

E’ il caso del Sas da la Stria o Sas Plan, utilizzato per fini magico-terapeutici, che si trova in Val di Rabbi nelle vicinanze dell’abitato di Ceresè. Percorrendo un sentiero, oramai abbandonato, in località “masini”, ci addentriamo nel folto del bosco fino a raggiungere il Sas Plan, un grande masso proteso nel vuoto la cui sommità è letteralmente piatta. Ripulendo la superficie piana della roccia dal fogliame, terriccio e muschio, abbiamo portato alla luce numerose erosioni circolari di diverse misure e di origine naturale. Osservando con attenzione la roccia abbiamo rinvenuto undici incavi che potrebbero essere stati lavorati artificialmente, poiché ben lisciati all’interno e adatti a contenere liquidi o qualunque altro oggetto.

Sul lato verticale, proteso a nord, troviamo la grande coppella, 20x26 cm, nominata nelle leggende, una concavità, presumibilmente naturale, anch’essa ben lisciata al suo interno ma certamente non adatta a contenere.

Una sorgente d’acqua nelle immediate vicinanze può indicare l’esistenza di una tradizione millenaria, il culto magico-terapeutico dell’acqua, che univa l’uomo all’ambiente naturale che lo circondava.

 

 

Chiacchierando con gli anziani della valle vengo a sapere che fin da piccoli i loro genitori, raccontavano ……..

Enrica Zinzarella ….di non andare da quelle parti perché c'erano le streghe e di non avvicinarsi al Sas Plan…., perché le streghe le te striava (stregava) battendo i cazzot e le forchette……..

Anna Iachelni …. di non andare al Sas Plan perché c'erano le streghe…. …in quel tempo abitavano molti giovani a Ceresè e non avevamo paura di cosa dicevano i grandi……. il Sas Plan era il posto preferito per giocare da noi bambini…… ci andavamo di continuo e per gioco mettevamo la testa nel buco.

Lucio Casna andavo al Sas de la Stria e per gioco mettevo la testa nel buco…… mi ricordo che sul sasso cerano forchetta, coltello e cucchiaio……….

Anselmo Magnoni ….. di una strega che stava correndo, cadendo ha sbattuto nel sasso lasciando l’impronta della sua testa…….

Giacomo Cicolini …. sul Sas de le Strie ci andavo a giocaresolo di giorno perché la notte venivano le streghe…. prosegue raccontando che dopo la località “masini” si trova il “Croz del Bech” ….. un giorno un bech, che si trovava sul sasso, è caduto nel vuoto dopo essere stato spaventato da una strega ……….. andando avanti si raggiunge il “Croz de la Vecla”, dove si racconta che vivesse una vecchia……..

 

Per fortuna l’enorme lavoro profuso per contrastare le superstizioni legate alle pietre, alberi e fonti non si è del tutto realizzato. Il montanaro, istintivamente, ha conservato e tramandato tradizioni millenarie che lo uniscono spiritualmente all’ambiente naturale che lo circonda.

1 - "Streghe" di Valentino Santini - 2016