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Come già menzionato nello
scritto “Streghe” di Valentino Santini (1), in valle vi
sono numerosi esempi di massi erratici con presenza di
erosioni coppelliformi di origine naturale dai fini
magico-apotropaici.
In ambienti molto legati
alla terra e al bosco, antiche pratiche e rituali di
origine pagana hanno resistito a lungo alla
cristianizzazione, proseguendo per secoli.
Altari utilizzati a
protezione del soprannaturale, in seguito additati come
luoghi di superstizione nel tentativo di sopprimere
antiche e scomode pratiche, hanno dato luogo a leggende
e ai nomi più svariati: Sas da la Stria, Sas Plan, Sas
dal Mort, Busi de le Strie,
Croz de la Stria, e molti altri ancora.
E’ il caso del Sas da la
Stria o Sas Plan, utilizzato per fini
magico-terapeutici, che si trova in Val di Rabbi nelle
vicinanze dell’abitato di Ceresè. Percorrendo un
sentiero, oramai abbandonato, in località “masini”,
ci addentriamo nel folto del bosco fino a raggiungere il
Sas Plan, un grande masso proteso nel vuoto la cui
sommità è letteralmente piatta. Ripulendo la superficie
piana della roccia dal fogliame, terriccio e muschio,
abbiamo portato alla luce numerose erosioni circolari di
diverse misure e di origine naturale. Osservando con
attenzione la roccia abbiamo rinvenuto undici incavi che
potrebbero essere stati lavorati artificialmente, poiché
ben lisciati all’interno e adatti a contenere liquidi o
qualunque altro oggetto.
Sul lato verticale,
proteso a nord, troviamo la grande coppella, 20x26 cm,
nominata nelle leggende, una concavità, presumibilmente
naturale, anch’essa ben lisciata al suo interno ma
certamente non adatta a contenere.
Una sorgente d’acqua
nelle immediate vicinanze può indicare l’esistenza di
una tradizione millenaria, il culto magico-terapeutico
dell’acqua, che univa l’uomo all’ambiente naturale che
lo circondava.
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