Domenica 7 ottobre di
buon'ora ci incontriamo con Gianni Bodini che ci
accompagnerà alla scoperta di una parte dei
tesori della val Venosta.
L’escursione inizierà dal
colle di Tarces dove potremmo osservare il
sovrapporsi di più epoche storiche. Ai piedi
della collina, formatasi in età glaciale e
abitata fin dal neolitico, Gianni ci mostra
delle coppelle incise su una grande lastra di
pietra (1),
affiorante dal terreno e in parte ripulita, a
dimostrazione di quanto sia antico il sito che
andiamo a visitare. Sulla sommità troviamo la
chiesa romanica di San Vito (2),
sfortunatamente oggi chiusa. In compenso
possiamo ammirare il
bellissimo panorama che ci si offre sul
fondovalle, Malles, Glorenza e, in
lontananza, il sito
archeologico di Ganglegg, luogo di culto e
scambio. Proseguendo, Gianni ci conduce su di un
terrazzamento dove vi sono incise due coppelle,
chiamate Am Pfannestiel (3),
di notevole grandezza. Da qui raggiungiamo una
cosiddetta casa retica del 1° millennio a.C.,
portata alla luce un decennio fa. Durante gli
scavi sono state rinvenute monete di epoca
romana, asce di ferro e un corno di cervo
recante un’iscrizione retica, risalente a 2.550
anni fa. Ritrovamenti che indicano come il sito
sia stato ripetutamente abitato a partire dal
primo neolitico. Gianni ci spiega inoltre come
questa casa faccia parte di un ampio
insediamento, posto sul lato solatio e del tutto
ricoperto di terra. Abitazioni che attendono
solamente di essere portate alla luce dagli
archeologi. Continuando, all’altra estremità del
colle, troviamo due scivoli di fertilità
(4), dal buon
stato di conservazione si intuisce siano ancora
usati. La tradizione orale racconta:
“Tachepichl, vai e fai la scivolata”.
Terminata la gita
sul colle di Tarces, visitiamo la chiesetta di
Santa Maria in Colle a Laces, dove nel 1992,
durante lavori di restauro venne portata alla
luce una statua-stele, datata intorno al 3000
a.C.. Su un lato (5) si vede inciso alla
base qualcosa simile ad un drappo, da cui
partono delle righe verticali separate da tre
righe orizzontali. Nella parte superiore due
linee oblique che si intersecano a formare una
grande X ai cui lati sono inseriti due simboli
solari raggiati con coppella centrale, che
potrebbero indicare il sorgere ed il calare
degli stessi. Gianni ci racconta che incuriosito
da questo disegno ha svolto degli studi
arrivando a ipotizzare che nelle linee
orizzontali e verticali ci sia una logica e un
sistema non casuale, tanto da far pensare di
trovarci di fronte ad una stele/calendario.
Nelle sue ricerche ha scoperto e fotografato un
interessante fenomeno astronomico che si ripete
tutti gli anni. Nella settimana del solstizio
d'inverno tra il 20 ed il 25 dicembre il sole,
man mano che cala dalla val Martello, forma un
triangolo che lambisce quattro chiese e finisce
esattamente nel punto di ritrovamento della
stele. Pertanto ritiene possa trattarsi di un
sistema naturale di misurazione del tempo.
Sull’altro lato (6) vi è il medesimo
drappo che definisce lo spazio in cui sono
incisi pugnali, asce, animali ma soprattutto un
arciere che impugna un arco con freccia puntata
contro un’altra figura umana (7). Essendo
l’unica pietra di quest’area con ritratta una
figura umana gli archeologi ipotizzano si possa
trattare di una pietra commemorativa
dell’uccisione di Otzi. In concreto, la stele ha
tutti gli elementi per un buon giallo
archeologico: un arciere punta la sua freccia
contro un'altra persona. Oltre tutto la stele è
stata trovata nel territorio dove esisteva un
insediamento dello stesso periodo della mummia
del Similaun e da cui, con due giorni di
cammino, si raggiunge il luogo di ritrovamento
di Otzi. In più: una punta di freccia in selce
nella spalla sinistra porta a ipotizzare la sua
morte. Assieme al corpo di Otzi furono ritrovati
resti di grande interesse, come un arco in legno
di tasso, frecce, un'ascia in rame ed altri
oggetti, tra cui delle bacche di prugnolo che
crescono solo nel territorio dove è stata
trovata la stele. In conclusione potremmo
trovarci dinnanzi al primo libro giallo
documentato su pietra di un evento tragico. |