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GITA DELL'ASSOCIAZIONE IN
VAL AURINA (BZ) - 18-19 maggio 2013
di Franca Emanuelli e Luca Webber
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Come antichi
pellegrini siamo partiti al sorgere del sole
diretti in Alto Adige alla scoperta di remoti
luoghi. Lungo la via ci siamo rifocillati in
moderni autogrill, infine, nella mattinata
arrivammo a Predoi loc. Casere a 1.600 metri di
altitudine dove la valle si allarga in un
altipiano circondato da cime. In inverno diventa
una soleggiata pista da sci di fondo e nel resto
dell’anno meta di escursioni e passeggiate.
Nel periodo delle crociate nei luoghi dove i
viandanti cercavano ristoro per il corpo e
conforto per lo spirito, si dedicavano di solito
cappelle e ospizi allo Spirito Santo |
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In questa valle
sorge la chiesetta di S. Spirito, di cui si
hanno le prime notizie nel 1455, ma non è noto
quando sia stata eretta la prima chiesa usata
dai viandanti in passaggio attraverso i Tauri
per recarsi a Salisburgo e nel Pinzgau.
La chiesa è
costruita addossata ad un imponente masso con
una spaccatura. La gente del luogo riporta la
credenza che il passaggio nella roccia consenta
di “mondare” i propri peccati, di purificarsi.
Raccontano che anche Papa Benedetto XVI, durante
la sua visita, l’abbia percorso. Sembra inoltre
che la chiesa sia stata eretta su di un antico
luogo di culto riguardante la fertilità. Si
narra che moltissime donne abbiano attraversato
il masso spezzato in due, sfregando il ventre
contro la pietra per propiziarne la fertilità o
per ragioni di salute. Come del resto accadeva
nei più famosi scivoli della fertilità (Castelfeder,
Elvas, Arnago, ecc.)
Troviamo un’altra
possibile relazione con il Sas dela Monaca, in
Val di Pejo, nella cui spaccatura sono stati
rinvenuti degli oggetti lasciati probabilmente
come voto, protezione, ecc. (uso apotropaico). |
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All’interno della
chiesa vi è una particolare crocifissione
lignea: fra la Madonna e S.Giovanni, il Cristo
in croce è grondante di sangue, in alcune zone
il corpo è scarnificato. Il sangue è corposo, in
evidente rilievo sul corpo, di un colore rosso
intenso. È a dir poco struggente. Un signore del
luogo dice che nella zona non è inusuale trovare
questa rappresentazione, che enfatizza il
sacrificio supremo di Cristo per l’umanità.
Alcuni affreschi
raffigurano scene della vita di S.Orsola e le
sue compagne, di S.Kilian, la discesa dello
Spirito Santo su Maria e gli Apostoli,
l’incoronazione di Maria.
Famosa in questa
chiesa è la croce perforata da pallottole. Circa
200 anni fa questa croce si trovava sul sentiero
vicino ad un maso. Un tiratore scelto passando
per recarsi ad una gara di tiro a segno nel
Pinzgau volle provare la sua mira colpendo
sacrilegamente tre volte il crocefisso. Alla
gara vinse il primo premio, un toro, che
condusse orgoglioso verso casa. Quando passò
davanti alla croce il toro si sarebbe
imbizzarrito e avrebbe calpestato a morte il
tiratore. Una scultura risalente al XVII secolo
rappresenta la Trinità, il Padre, il Figlio e lo
Spirito Santo (la colomba).
Ma ciò che più
incuriosisce sono le tre statue rappresentanti
la Trinità. Osservandole attentamente si scopre
che sono identiche fra loro, se non per qualche
dettaglio. Il breve opuscolo all’interno della
chiesa ne da una spiegazione tratta dal così
detto “Credo Atanasiano”: “E questa è la fede
cattolica: adoriamo un solo Dio nella Trinità e
la Trinità nell’unità, senza confusione delle
persone e divisione dell’essenza…..”
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La mattina
successiva visitiamo le Miniere di Predoi, dove,
accompagnati dalla guida, scendiamo per 1 km
nella viscere di Madre Terra, scoprendone i
segreti e l’immenso lavoro fatto dai minatori.
Riemersi alla luce (si fa per dire perché
diluviava), infreddoliti e affamati, ci
siamo ristorati nell’Osteria dei Minatori. |
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Rinnovate
le forze, partiamo alla volta di San
Lorenzo di Sebato, nel regno dei
Saevates, popolo che nel periodo della
prima età del ferro abitò nella zona.
Visitiamo
il Museo Mansio Sebatum che custodisce i
numerosi ritrovamenti avvenuti sul
territorio, ordinati cronologicamente;
si parte dal Mesolitico, passando
attraverso reperti di selce e di
ceramica del Neolitico, per arrivare
all’età del bronzo e del ferro fin
all’epoca romana e tarda antichità. |
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