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Gita
dell'Associazione a Monticolo Colle Joben e
Castelvecchio
chiese di
S.Vigilio e S.Pietro -
domenica 09 ottobre 2011
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Giunti a Monticolo (BZ) ci dirigiamo verso il
colle Joben mt. 609. Circa 30 minuti dopo
troviamo l’imponente complesso megalitico.
Davanti a noi un lungo corridoio, circa 27 mt.,
formato da strutture murarie a secco, grosse
pietre di porfido, alcune molto ben squadrate,
si sviluppa verso la sommità, venendo inglobato
in una struttura esistente sulla cima del colle,
del tutto priva di cinta muraria o segni di
fortificazione. L’interpretazione che possiamo
ricavarne è che possa trattarsi di un
insediamento con funzioni di culto più che come
castelliere. Il castelliere di Colle Joben è
riconosciuto nella letteratura archeologica come
un probabile osservatorio solare.
Esplorando il sito rileviamo che
il corridoio megalitico, lungo circa 14 mt., è
esposto verso i punti di levata e di tramonto
del sole (est/ovest), dando prova di come le
popolazioni del luogo guardassero attentamente
il ciclo naturale del sole.
Secondo gli studi svolti nel 1937
dall’Ing. G. Innerebner sul “castelliere
dell’Età del Bronzo” di Colle Joben i ruderi
rappresentano un importante allineamento
astronomico risalente circa a 10.000 anni fa.
Secondo studi più recenti, anno 1993, effettuati
dall’ Ing. M. Codebò, questi reperti invece
risalirebbero al medioevo.
E’ palese che la situazione a
colle Joben è di totale abbandono e
difficilmente si riuscirà a conoscere la vera
origine. |
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Dopo esserci ristorati
con un ottimo pasto al Ristorante del
Lago Piccolo di Monticolo, ci rechiamo a
Castelvecchio (BZ) dove visitiamo la
chiesa di S.Vigilio, menzionata sin dal
XI secolo ma sicuramente più antica,
eretta sul luogo dell’antico castello
degli Schenken di Altenburg posto a
guardia dell’antico percorso alto. Sul
lato Nord del campanile il gigantesco
S.Cristoforo, assai rovinato dalla
costruzione della scala e del tetto. Un
secondo affresco sul lato Ovest,
attribuito agli anni intorno al 1400,
costituisce una rara rappresentazione
del Volto Santo.
Qui è doverosa una
piccola spiegazione.
Il volto santo di cui
parliamo non è di Manoppello ma bensì di
Lucca.
Secondo la leggenda di
Leobino, il crocefisso ligneo,
raffigurante il Volto Santo, è stato
scolpito da Nicodemo, uomo menzionato
nel vangelo di Giovanni, dopo la
resurrezione e l’ascensione del Cristo.
Si pensava che fosse uno dei pochi che
era in grado di scolpire il vero volto
di Gesù e in una notte, ispirato dalla
grazia divina, scolpì il busto ed il
Volto Santo. Molti furono i miracoli
avvenuti attorno al Volto Santo, i più
famosi sono “Il miracolo del
giullare povero” e “Il
miracolo della mannaia”, lo
stesso Dante cita il Volto
Santo nella Divina Commedia, nel canto
dell’Inferno. I pellegrini e i mercanti
lucchesi, che viaggiavano in tutta
Europa fin dal Medioevo, riuscirono a
far conoscere la magnificenza a molti
popoli dell’immagine del Volto Santo.
Così molti pellegrini incuriositi dalla
statua, si mossero in massa per
visitarlo, percorrendo le strade del
pellegrinaggio medioevale tra Santiago
di Campostella, Roma (via Francigena) e
Gerusalemme. Sempre nello stesso
periodo, lungo le menzionate vie,
cominciarono ad apparire i primi
affreschi nelle cappelle private e nelle
chiese, raffiguranti il crocefisso
ligneo del Volto Santo. |
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Proseguiamo lungo il sentiero che
conduce a Caldaro percorrendo un ponte sospeso
su una profonda gola che separa Castelvecchio da
un dosso isolato dove sorge la chiesa
paleocristiana di S. Pietro, una delle più
antiche dell’intera regione. Si narra che fosse
stato lo stesso San Vigilio, vescovo di Trento,
vissuto attorno al 400 d.C. a voler innalzare
qui una chiesa dedicata al più importante
discepolo di Cristo nonché primo papa della
cristianità.
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La gita è terminata, mi
auguro di aver stimolato la vostra
curiosità e magari di avervi fornito
un’idea per una gita.
Ciao
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scritto da Luca Webber
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