MASSI COPPELLATI A TERMENAGO - 8 aprile 2019

di Luca Webber

 

 

Il 20 marzo, su segnalazione di Stefano Martinolli, ci siamo recati a Termenago per un masso coppellato. Non abbiamo avuto difficoltà a trovare la roccia in questione dal momento che si trova, come da indicazioni, lungo una recinzione in legno in una proprietà privata. Per nostra fortuna, e forse anche per l'attenzione da parte di chi ha costruito la staccionata, il masso non è stato rovinato da fori di trapano. La staccionata è stata soltanto poggiata sulla roccia, non rovinando cosi la coppella che nasconde. Dopo aver “ringraziato” per l'attenzione, abbiamo provveduto a rilevare 5 coppelle + 1 molto dubbia, di profondità e diametro diversi, praticate presumibilmente con pietra e in seguito lavorate con il metallo. Si tratta di una grande roccia affiorante dal terreno che in origine dominava la sottostante valle. Finiti i rilievi, come consuetudine, abbiamo setacciato i dintorni alla ricerca di altri incisioni, senza successo.

Calcolato il tempo a disposizione e la bella giornata di sole che ci si offre, decidiamo di incamminarci lungo la strada forestale che si inerpica verso Cusiano.

Naturalmente un luogo nuovo diventa subito d'interesse, perciò tra muretti a secco e sassi che destano particolare interesse e che pazientemente ripuliamo, il cammino va a rilento. Così facendo però abbiamo la fortuna di vedere cose che altrimenti sfuggirebbero ai più: due massi coppellati.

Il primo è una lastra mobile, 91x58 cm e dal spessore di circa 11 cm, poggiata in terra a lato strada con nel mezzo una grande coppella, diametro circa 11 cm e profonda 4,5 cm circa. Difficile dedurre come sia stata incisa perché assai rovinata al suo interno, presumibilmente a causa della friabilità della pietra e gli sbalzi termici, ma certamente praticata dall'uomo.

La seconda la troviamo poco dopo sempre a lato strada. Si tratta di una grande roccia affiorante parzialmente dal terreno con due coppelle, diametro 3-4 cm poco profonde, incise sulla sommità con strumento litico.

Felici delle scoperte iniziamo a fare svariate congetture sul perché di queste incisioni. Questi massi vanno ad accrescere l'elenco di quelli già studiati dall'Associazione e in sostanza non fanno altro che confermare quello che già avevamo intuito: l'importanza del versante al sole per l'uomo antico.

Inoltre ci dimostrano la possibilità che il loro uso non fosse solo devozionale, ma che stia piuttosto ad indicare un percorso. Ipotesi rafforzata dal fatto che questi massi, come altri in zona, si trovino sul tracciato di due castellieri, Mezzana e Cusiano.

Terminiamo ringraziando Stefano per l’ennesima segnalazione e a noi non resta che, passo dopo passo, tentare di svelare il mistero.