Il 20 marzo, su
segnalazione di Stefano Martinolli, ci siamo
recati a Termenago per un masso coppellato. Non
abbiamo avuto difficoltà a trovare la roccia in
questione dal momento che si trova, come da
indicazioni, lungo una recinzione in legno in
una proprietà privata. Per nostra fortuna, e
forse anche per l'attenzione da parte di chi ha
costruito la staccionata, il masso non è stato
rovinato da fori di trapano. La staccionata è
stata soltanto poggiata sulla roccia, non
rovinando cosi la coppella che nasconde. Dopo
aver “ringraziato” per l'attenzione,
abbiamo provveduto a rilevare 5 coppelle + 1
molto dubbia, di profondità e diametro diversi,
praticate presumibilmente con pietra e in
seguito lavorate con il metallo. Si tratta di
una grande roccia affiorante dal terreno che in
origine dominava la sottostante valle. Finiti i
rilievi, come consuetudine, abbiamo setacciato i
dintorni alla ricerca di altri incisioni, senza
successo.
Calcolato il
tempo a disposizione e la bella giornata di sole
che ci si offre, decidiamo di incamminarci lungo
la strada forestale che si inerpica verso
Cusiano.
Naturalmente un
luogo nuovo diventa subito d'interesse, perciò
tra muretti a secco e sassi che destano
particolare interesse e che pazientemente
ripuliamo, il cammino va a rilento. Così facendo
però abbiamo la fortuna di vedere cose che
altrimenti sfuggirebbero ai più: due massi
coppellati.
Il primo è una
lastra mobile, 91x58 cm e dal spessore di circa
11 cm, poggiata in terra a lato strada con nel
mezzo una grande coppella, diametro circa 11 cm
e profonda 4,5 cm circa. Difficile dedurre come
sia stata incisa perché assai rovinata al suo
interno, presumibilmente a causa della
friabilità della pietra e gli sbalzi termici, ma
certamente praticata dall'uomo.
La seconda la
troviamo poco dopo sempre a lato strada. Si
tratta di una grande roccia affiorante
parzialmente dal terreno con due coppelle,
diametro 3-4 cm poco profonde, incise sulla
sommità con strumento litico.
Felici delle
scoperte iniziamo a fare svariate congetture sul
perché di queste incisioni. Questi massi vanno
ad accrescere l'elenco di quelli già studiati
dall'Associazione e in sostanza non fanno altro
che confermare quello che già avevamo intuito:
l'importanza del versante al sole per l'uomo
antico.
Inoltre ci
dimostrano la possibilità che il loro uso non
fosse solo devozionale, ma che stia piuttosto ad
indicare un percorso. Ipotesi rafforzata dal
fatto che questi massi, come altri in zona, si
trovino sul tracciato di due castellieri,
Mezzana e Cusiano.
Terminiamo
ringraziando Stefano per l’ennesima segnalazione
e a noi non resta che, passo dopo passo, tentare
di svelare il mistero. |