"SAS DE LE STRIE - SCANNA" - 8 luglio 2019

di Luca Webber

 
 

Grazie ad una nuova ricerca a cui stiamo lavorando riguardante i “Sassi delle streghe”, abbiamo scoperto un interessante articolo sul “Sas de le Strie” di Scanna, scritto da Bruno Agosti (1). Incuriositi dalla storia e sopratutto dalla foto del sasso ci siamo attivati per scoprirne l’esatta posizione, impresa non facile.

Il primo aprile siamo partiti dal bosco di Somargen in direzione del torrente Pescara. Ad un certo punto troviamo Rodolfo Agosti impegnato ad accatastare legna. Rodolfo ci informa che il “Sas delle Strie” si trova lì vicino, ci indica un sentiero che sale ripido, ed infine siamo invitati a tornare più tardi per bere qualcosa. Ringraziato, ci inerpichiamo lungo la stradina fino a raggiungere il sasso.

Masso grande 2.60 x 1.50 mt circa, collocato in un piccolo terrazzamento che un tempo assicurava una bella veduta sul Monte Ozol e il sottostante torrente Pescara, oggi completamente celati alla vista da numerosi arbusti. La prima cosa che notiamo è una targhetta in metallo avvitata sulla roccia con scritto: “la fantasia popolare attribuisce queste impronte di scarpe e tacchi alla danza notturna delle streghe“. Ripulito dal muschio che lo ricopriva completamente, rileviamo 48 coppelle di diverse dimensioni e 11 coppelle parziali, tutte praticate con strumento litico. Osservando l’attuale contesto in cui si trova il masso non riusciamo a comprendere perché l’uomo si sia dato così da fare per inciderlo. A ogni modo, felici del ritrovamento, facciamo ritorno da Rodolfo. Conversando veniamo a sapere che in quel luogo esistevano numerosi mulini ad acqua ed un fabbro, posti lungo l’antica via romana che risaliva a fianco del torrente Pescara verso Rumo e Proves. Addirittura, fino a pochi anni fa, esisteva un ponte romano a due arcate che permetteva di superare il torrente, purtroppo andato distrutto. Ora non esiste più nulla di quel periodo, la stessa strada sterrata è recente, resistono solo le rovine di antiche costruzioni a testimoniare il duro lavoro di un tempo, tra cui il “mulin di Gian” di cui rimangono solo alte mura e il numero civico 32 scritto su una pietra. L'antica leggenda sulle streghe è il lascito tramandato dalla gente che lavorava in questi luoghi dimostra l'importanza del “Sass de le Strie”. Questo masso un tempo si trovava sul territorio della Pieve di Livo che storicamente aveva una giurisdizione da S.Giacomo a Mostizzolo, comprendeva la valle di Bresimo e il Mezzalone formando un'unità geografica con la val di Sole; il torrente Pescara determinava il confine della Pieve fino alla confluenza del torrente Noce. La Pieve si occupò delle faccende amministrative, giudiziarie e di riscuotere le imposte vescovili fino al 1824, quando venne aggregata a quella di Cles. Da allora la val di Bresimo e il Mezzalone venne considerato parte della val di Non.(2) Alla fine salutiamo e ringraziamo Rodolfo per l’accoglienza e le utili informazioni.

(1) “MEZALON” periodico semestrale della comunità di Livo – anno III n.2/04 – N.prog.6 – ottobre 2004.

(2) “LA VAL DI SOLE” di Quirino Bezzi – Centro Studi per la Val di Sole Malè 1975.