Leggendo il libro “Sentiero Val
di Sole”.... le sfumature del verde” scritto da
Giorgio Rizzi, mi ha incuriosito la località
“Bus da la Stria”a San Giacomo, nominata
nella “La storia di Micheleto”, un bimbo
rapito da tre streghe per farlo ingrassare.
Fuggito tornò in paese dove in seguito le strie
furono catturate e arse vive.
Narrazione ricorrente e diffusa
nella tradizione popolare in cui le strie
rapiscono i bambini per mangiarseli,
in seguito
fuggono o sono liberati. Naturalmente le
“maligne” fanno sempre una brutta fine.
Nel testo mi ha stuzzicato la
frase:“[...] sono presenti numerose grotte e
cavità, poco conosciute[....]”, ribadito
nella storia di Micheleto: “[...] caverne o
grotte che sono chiamate tuttora “el Bus de le
Strie”[...]”.
Detto fatto, ho chiesto all'amico
Lorenzo se poteva accompagnarmi ad esplorare il
luogo e pochi giorni dopo raggiungevamo la
località “Sant”, dove ora c'è la vasca di
carico dell'acquedotto. Salendoci sopra
trovavamo la grotta chiamata tuttora “el Bus
de le Strie”.
L'escursione però è solamente
all'inizio. Poche centinaia di metri e ci
ritroviamo in un bosco in forte pendenza
circondati da roverelle, arbusti infestanti e
foglie cadute che rendono il terreno
particolarmente scivoloso. Risaliamo l'intricato
sottobosco di piante e cespugli spinosi fino a
vedere le prime cavità naturali nella parete
calcarea che ci si innalza davanti.
Gli ingressi, nascosti al profano
e raggiungibili solo grazie ai segni lasciati
sul terreno da animali o tramite un passaggio
pericoloso, sono l'anticamera misteriosa di un
mondo sotterraneo molto diverso rispetto al
posto in cui siamo abituati a vivere. Davanti a
noi si aprono antri oscuri e profondi, abissi
spaventosi da cui pare possano apparire creature
mitiche o esseri sovrannaturali.
Una volta all'interno, l'oscurità
è quasi completa e il suo silenzio evoca
sensazioni legate al riposo e alla meditazione.
Procedendo in punta di piedi entriamo nel grembo
di Madre Terra provando la sensazione fisica di
una intensa energia tellurica e di divinità che
risiedono all'interno della terra. La nostra
percezione cambia, sembra quasi che il tempo si
fermi e di ritornare allo stato primordiale.
Percorrendole, a volte strisciando, si compie un
viaggio iniziatico di rinascita, è come esservi
sepolti e passare attraverso un cambiamento,
dalla morte al ritorno alla vita.
Mi torna alla mente la
descrizione di Dante Alighieri nella Divina
Commedia, del suo viaggio nell'oltretomba fino
alla salvezza in paradiso. Il primo verso del
canto dell’Inferno recita: "Nel mezzo del
cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva
oscura, che la diritta via era smarrita”.
Dante valica l’ingresso dell’inferno, una
profonda cavità a forma di imbuto che si apre
sotto Gerusalemme e raggiunge il centro della
terra, da dove
inizia il percorso d'iniziazione che lo condurrà
ai Tre Regni dell'Oltretomba, il Purgatorio ed
il Paradiso permettendogli di rinascere a nuova
vita.
La caverna, grazie al suo aspetto
particolare, proprio e caratteristico, ha da
sempre assolto diverse funzioni per l'uomo.
Utilizzata per viverci, per svolgere iniziazioni
al buio, diviene il più antico santuario
dell'umanità assumendo un ruolo importante nelle
pratiche magiche, ricco di miti e leggende e
facendone luogo prediletto della stregoneria.
Nelle leggende popolari le cavità sono simbolo
di pericolo, dimore di nani e draghi che
difendono tesori, accessibili agli uomini solo
con grandi difficoltà. Luogo d'accesso per gli
inferi dell’Ade, in essa si trovano i morti, il
regno oscuro delle ombre e dei mostri.
La caverna alla fine ingloba
diversi elementi che evocano la “paura”
della morte, delle tenebre, del mistero
femminile, etc.. Paura a cui è stato dato un
volto e un nome: Satana. Di conseguenza
la cristianizzazione, per sopprimere antiche e
scomode pratiche, l'ha additata come luogo di
superstizione dando inizio alla caccia alle
streghe.
La tradizione popolare non ha
voluto scordare del tutto quei luoghi,
ricordandoli con leggende e toponimi come: Sas
da la Stria, Sas dal Mort, Busi de le Strie e
molti altri ancora.
“Colui che
vuole entrare nel regno divino, deve prima
entrare nel corpo di sua madre, e morirci.”
Paracelso
-
Giorgio Rizzi, “Sentiero Val di Sole”....
le sfumature del verde – Tipografia Editrice
Terni s.a.s. Di Bacchi Riccardo & C. -
Trento 2010
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