LE COPPELLE DI SAN GIACOMO (TN)

di Luca Webber

Nel Comune di Caldes (TN), in località San Giacomo, si trovano tre pietre con incise delle coppelle

Provenendo da Est su di un terrazzamento panoramico a quota 810 mt., incontriamo la prima pietra parzialmente interrata in un ambiente boscoso/terroso.

Ad un esame più approfondito si ricava che la pietra è di modeste dimensioni e sulla sommità semipiana e ruvida vi sono incise la bellezza di 33 coppelle di diverse

profondità e del diametro vario di circa 2 - 3 cm., eseguite con un percussore.

Continuando verso Ovest raggiungiamo una sommità a quota 820 mt., dove affiora una roccia isolata circondata da un boschetto di querce.

Osservando la pietra si rileva che è di dimensioni notevoli e sulla sommità convessa compaiono 13 coppelle di diverse profondità e diametro.

Esaminando la pietra si ricava che ha subito alterazioni termoclastiche e lavorazioni da parte dell’uomo. In particolare sbozzature ai lati della pietra e un ripiano

di non chiaro utilizzo.

Proseguendo verso Ovest raggiungiamo una roccia isolata e parzialmente interrata di grande dimensione a quota 720 mt, collocata in un ambiente boschivo vicino

a una via di comunicazione. Esaminandola si rilevano nella parte superiore piana la presenza di 9 coppelle disposte a quadrato, di uguale profondità e del diametro

di circa 2 - 2,5 cm., collegate da linee incise che vanno a formare il gioco della tria. Inoltre, sul lato non interrato, si trovano delle fessure a forma di punta di diverse

profondità e lunghezza.

E ora l’enigma coppelle: che scopo o significato potevano avere?

In archeologia, come coppelle vengono definite  quelle concavità più o meno numerose e di diametro vario, ricavate dalla scalpellatura e/o dallo sfregamento

 di una superficie rocciosa solitamente piatta che l’uomo ebbe a praticare su pietre con percussori in roccia più dura del masso da incidere o con strumenti di metallo

 in gran parte del mondo. Innumerevoli congetture sono state formulate ma al momento – a quel che mi risulta – nessuno è riuscito ancora ha svelarne l’uso.

Attualmente l’ipotesi più accreditata sulle motivazioni delle incisioni dei nostri padri, è che siano cambiate col cambiare dei tempi e luoghi e che verosimilmente

 interessino la sfera ideologica, religiosa e funeraria.

Ora vi espongo la mia “visione” delle coppelle di San Giacomo.

Considerando le varie teorie esistenti sull’argomento ed esaminando i luoghi di ritrovamento delle pietre, appare subito chiaro che due delle rocce coppellate si trovano

 in alto sul versante solatio, in punti panoramici dai quali gli antichi abitanti di queste terre potevano ingraziarsi gli dei incidendo nelle pietre sacre una coppella

in funzione rituale (Es.: solstizio estivo festa del Dio Sole), spargerle di olio, grasso, resine o sangue per propiziarne il raccolto o quant’altro.

Nelle età più antiche il culto non era reso nei templi, ma all’aperto, così anche gli altari erano costruiti, senza alcuna relazione a un tempio, qua e là, dovunque

il divino si credeva presente: sulle alture, in mezzo ai boschi, alla sorgente dei fiumi, ecc., o anche in cavità sotterranee, quando erano destinati al culto di Madre Terra.

Così i Greci e i Romani non avevano altari nei templi ma nei luoghi aperti, e, in origine, non li avevano che di rozze pietre o di zolle.

Altro dato rilevante da considerare oltre all’esposizione a Est delle pietre è il nome della frazione San Giacomo, che in antichità era “Solasna”, che abbia qualche

attinenza con i riti al Dio sole?

Ben altra funzione può avere la terza pietra. Quest’ultima a differenza delle altre non si trova in un punto elevato ma bensì isolata e non in posizione dominante.

La roccia, come già riportato, presenta sulla sommità 9 coppelle in un quadrato 3x3 e viene chiamata dagli anziani “Lasta dal gioch” (Lastra del gioco).

Gli anziani del paese raccontano che i ragazzi mentre accompagnavano il bestiame al pascolo, sostavano al masso e giocavano alla tria.

Esaminando il luogo dove è posta la roccia credo che la pietra possa essere stata usata come scivolo della fertilità e successivamente variata in un gioco.

Posizione, grandezza e coppelle a forma di quadrato mi aiutano a collegarlo ad un lastrone inclinato detto Kreuzplatte (lastra della croce), rinvenuto in Alto Adige,

a Nord di Bressanone, che oltre a coppelle sparse o riunite in quadrati di 3x3, presenta una striscia levigata dall’alto in basso.

Analoghi scivoli sono stati rinvenuti in Val di Sole e nel resto del mondo, e stando alle tradizioni locali venivano usati fino a non molto tempo addietro dalle donne

per propiziare la fecondità femminile. Nel nostro caso la striscia levigata non è più evidente, forse a causa dell’erosione della roccia dovuta al trascorrere del tempo,

considerando che il culto delle pietre si ipotizza sia cominciato dalla preistoria fino al medioevo e forse anche oltre.

Quindi la pietra nel tempo ha probabilmente subito delle alterazioni dovute sì all’azione del tempo ma anche dell’uomo. A riprova di ciò si nota che la patina

delle incisioni delle linee/canalette che collegano le coppelle formando lo schema del gioco e quella delle coppelle sono diverse, evidenziando

quindi la differente età delle incisioni. Questo ultimo dato conferma la manipolazione da parte dell’uomo sull’uso della pietra.

Un enigma però rimane: le fenditure a forma di punta che si trovano lateralmente a cosa servivano?

A questa domanda non ho trovato ancora risposta, e chiedo aiuto a voi lettori per risolvere l’enigma.