La ricerca potrebbe terminare ora, poiché
sappiamo che chiunque voglia comprendere i massi
incisi, costituiti per lo più da coppelle,
canalette, vasche e pochi altri elementi, nonché
la spiritualità antica che evocano, sa già in
partenza di andare incontro ad un alto livello
d’incertezza facendo ipotesi che, per la maggior
parte dei casi, risultano affascinati ma che
presentano il grave limite di essere
difficilmente provate.
Tuttavia noi ci vogliamo provare accantonando,
almeno temporaneamente, la pretesa di trovare
spiegazioni sicure sul loro utilizzo, per
incentrare l’attenzione sulle questioni
suggerite dalla stessa realtà oggettiva,
riconoscendo al contesto, geografico e
culturale, tutta l’importanza che ha.
-
collocate a pochi metri dai ruderi della
vecchia malga (sito abitativo);
-
visuale territoriale vastissima, (controllo
confine territoriale);
-
comunicazione visiva con il masso inciso al
Lago Corvo e con ”l’Om della Terzolas”
(sito abitativo con presenza di massi
incisi);
Considerazioni che ci spingono ad indagare
meglio il contesto territoriale, geolocalizzando
con Gps i massi incisi ed individuando altre
rocce interessanti. Successivamente elaborando
il tutto su mappa, emerge che la pietra 1
è collocata nel mezzo di un cerchio/ovale di
pietre, definito “Chromlech”, composto da
nove “Menhir”. Pietre di diverse misure,
ora coricate in terra, che danno forma ad un
recinto dove, con ogni probabilità, si
praticavano rituali.
In primo luogo un cerchio di pietra è un antico
monumento che spesso racchiude al suo centro
tumuli, oppure dei menhir, pietre singole
erette. Le pietre che compongono il cerchio
possono variare da 4 a molte decine e non sempre
risultano perfettamente circolari, spesso
prendono la forma di un’ellisse. “Le prove
archeologiche, insieme alle informazioni
astronomiche, geologiche e matematiche,
suggeriscono che l’obbiettivo dei cerchi di
pietre fosse collegato al culto dei popoli
preistorici, e che la loro costruzione possa
essere usata per ricordare antiche conoscenze
ingegneristiche, sociali e religiose. La loro
esatta funzione è da sempre dibattuta, ma una
delle ipotesi più accreditate è che si sarebbe
trattato di luoghi sepolcrali o segnalatori di
punti astronomici riferibili a particolari
momenti del calendario. Dal momento che gli
eventi astronomici dipendono fortemente dalla
posizione geografica, si suppone che chi costruì
i cerchi avesse anche conoscenze geografiche di
base, ed unità di misura di tempo e di
distanza.”
(1)
Personalmente aggiungerei anche le seguenti
ipotesi formulate da alcuni studiosi, che
ritengo interessanti: “pietre miliari”,
“indicatori di confine”, “linee di forza”, “rete
di sentieri/piste”.
L’uomo, ad un certo punto della sua evoluzione,
ha sentito il bisogno di qualcosa di più di cibo
e di un riparo, ed ha maturato una sua filosofia
che, in un ottica di religiosità popolare,
rappresenta uno dei principali strumenti
espressivi mediante cui stabiliva una relazione
con l’ambiente naturale che lo circondava. I
“chromlech”, apparentemente costruiti senza
grande precisione e senza alcuna funzione
pratica, sono disseminati un po’ ovunque sulla
faccia della terra pronti a meravigliarci e a
ossessionarci, quali testimoni del tempo in cui
l’uomo mosse i primi passi verso la civiltà.
Ogni “Cerchio di pietra” racchiude un
proprio enigma, una cosa tuttavia hanno in
comune, i primi sforzi dell’uomo di spiegare i
misteri dell’universo.
1 – it.wikipedia.org
Bibliografia:
- Francis Hitching
“Magia della terra – Il mistero dell'uomo
megalitico e della sua civiltà perduta” Ed. 1978
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