"RABBI MALEDA ALTA" - 27 novembre 2019

di Luca Webber

 

 

Oggi si fa un'escursione in montagna e visto che il tempo promette bene decidiamo per Rabbi, Malga Maleda alta e il Bait delle Fassole. Partiamo di buon'ora seguendo il vecchio sentiero e, in prossimità della malga, notiamo un colle alberato circondato da sassi, che attira subito la nostra attenzione. Il luogo è suggestivo, il panorama ampio e sulla sua sommità vi è una grande pietra. Ovviamente la puliamo dal muschio e dal terriccio, e potete immaginare la nostra contentezza per il ritrovamento del tutto inaspettato di una decina di coppelle. La nostra semplice escursione diviene cosi una nuova scoperta di antiche coppelle. Non avendo con noi la solita attrezzatura per segnare, misurare e mappare proseguiamo per il Bait delle Fassole, posto isolato e selvaggio, per poi tornare a pranzo alla malga ripromettendoci di ritornare a finire i rilievi. Come sempre chiediamo informazioni a chi ha passato anni lavorando in malga, un nome, una leggenda. Scopriamo che il colle piace istintivamente come luogo in sé, ha un suo modo di attrarre e se accade ai giorni nostri volete non succedesse anche molto, ma molto tempo fa?

Torniamo con altri del gruppo per i rilievi di rito. Alla fine contiamo 15 coppelle incise con la pietra e Giuliano trova incisa una croce latina in un sasso vicino più piccolo. Perlustriamo la zona ma non troviamo altro...per oggi!!!

Per le coppelle scoperte oggi, come già sottolineato più volte, al momento nel mondo accademico non esiste una interpretazione univoca sul loro significato.

Osservando la roccia incisa, leggiamo la presenza di molteplici coppelle (cinque) che sembrano seguire uno schema grafico indicante i punti cardinali nord e sud, come pure il Monte Sole. Le restanti coppelle appaiono poste senza un'apparente regola.

Disposizione che ci ha fatto considerare e offerto molteplici ipotesi, dalla raffigurazione di carte celesti a mappe topografiche o un altare destinato ai sacrifici. Idee affascinanti che però non trovano corrispondenze. L'assenza di altri segni sulla roccia incisa, rende difficile una interpretazione oggettiva a fornire dati precisi a livello storico e culturale.

La croce latina, trovata incisa nel vicino masso, ci aiuta solamente a capire che il luogo è stato frequentato anche in tempi più recenti. Ipoteticamente chi ha “segnato” la roccia lo ha fatto non per indicare un confine (abbiamo verificato, non esistono confini in quel luogo), bensì per sacralizzare lo spazio. La pratica di incidere la croce si diffuse soprattutto nel Medioevo con funzioni apotropaiche. Si cercava di tenere lontano ciò che si pensava negativo da luoghi ritenuti frequentati dal soprannaturale.

Oggigiorno rimane certa la persistenza nel tempo di rituali nella tradizione popolare alpina aventi come segno simbolico la coppella. Tradizioni identificati per la maggiore in funzioni apotropaiche e protettive, come pure rituali e religiosi.