I massi rinvenuti dal Custode
Forestale
Martinolli Stefano,
posti a circa 1.000 mt. di
altitudine, alla base della località “Spinazzi” nel
Comune di Pellizzano, sono un importante tassello per
aiutarci a conoscere e capire la nostra storia valliva
più arcaica.
Gli “Spinazzi” si trovano sul versante soleggiato e
morfologicamente in forte pendenza, ricoperti da
vegetazione spontanea e da molti blocchi di roccia
caduti alla rinfusa sul terreno. I massi coppellati si
presentano molto grandi e la totalità delle incisioni si
trova sulla superficie orizzontale esposta al corso del
sole da Est ad Ovest. Questa caratteristica fa pensare
che la scelta dei massi non sia casuale ma strettamente
legata al percorso del sole, verosimilmente necessario
per il culto praticato. Lo spettatore che le osserva per
la prima volta può solo rimane meravigliato di fronte a
tanto impegno profuso dall’uomo nell’inciderle, in
particolare il masso “Stefano”, di grande effetto
visivo. Un micascisto erratico grande 4.20 mt x 1,39 mt
circa, dove abbiamo rilevato 137 coppelle, 1 croce
greca, 5 croci greche coppellate agli estremi delle
braccia, 6 coppelle unite da canaletta più un segno di
difficile lettura. A prima vista tutte le incisioni sono
state praticate con percussore a pietra ad eccezione di
una croce greca coppellata agli estremi delle braccia e
di 2 coppelle unite da canaletta, entrambe rimarcate con
un oggetto in metallo. Poco distante troviamo il masso “Spinazze”,
anch’esso un micascisto erratico dalle dimensioni 3,85
mt x 1,50 mt circa, su cui abbiamo rilevato 23 coppelle
più 8 coppelle unite da canaletta e 5 dubbie, praticate
con un percussore a pietra. Per entrambi i massi la
disposizione delle incisioni pare casuale.
Ad
oggi non conosciamo le esatte motivazioni che hanno
determinato la loro realizzazione, ma grazie ai numerosi
rinvenimenti in Val di Sole, possiamo affermare che la
raffigurazione di coppelle, quale simbolo, sia
ampiamente diffusa, tanto da ipotizzare di trovarci di
fronte ad un contesto culturale animista probabilmente a
fini magico-apotropaici. Sappiamo che la pietra, fin
dalla preistoria, diviene un altare all’aperto, supporto
ideale dell’uomo per incidervi il suo pensiero lasciando
un messaggio destinato e conosciuto a tutti. Il
ripetersi ossessivo del “segno” sulla pietra, la gran
quantità di coppelle disseminate in tutto il mondo,
indicano tradizioni le cui radici affondano nelle
origini ancestrali della nostra cultura, rinascita oltre
la morte nonché la certezza del nutrimento dei pascoli e
dei campi. |