Oggi andiamo a
vedere il “Sass de la Preda o dell’acqua” a
Deggiano. L’enorme roccia si trova poco sopra
l’abitato e sfoggia una visuale a dir poco
straordinaria sul paese e sulla valle. Nella
parte superiore del masso si trova una grande
vasca contenente dell’acqua. Non è possibile
dire se sia stata opera dell’uomo o della
natura, ma l’effetto è notevole. Riguardo questo
masso non abbiamo trovato nessun scritto, un
anziano incontrato in paese ci racconta: “da
giovani si andava a giocare e a bagnarsi sul
“Sass de la Preda”. Continuando abbiamo
passeggiato per le vie di Deggiano e visitato la
chiesa della Santissima Trinità, consacrata il 1
maggio 1586. Nella piccola e accogliente chiesa
troviamo, sull’altare maggiore del 1620, un
dipinto raffigurante la “Madonna incoronata
dalla Trinità”. Un’iconografia interessante
perché al centro di molti contrasti, terminati
con l’essere proibita dalla Chiesa cattolica
dopo il Concilio di Trento. Stuzzicante la
prescrizione lasciata dai visitatori pastorali
nell'annotazione contenuta negli atti di Trento,
ADTn, Atti visitali, 9 b (1917) , c. 129, che
riporta: “il Spirito Santo in forma di
colomba sii accomodato, et meglio si vegga”
”(1). Per nostra fortuna l’ordine
non fu mai eseguito.
Direi che adesso
è d’obbligo approfondire l’argomento.
Innanzitutto cerchiamo di capire il concetto di
“Trinità”.
Per il
cristianesimo: la Trinità è la dottrina
fondamentale e più importante delle più diffuse
chiese cristiane, quali la cattolica e quelle
ortodosse, oltre che delle Chiese riformate
storiche come quella luterana, quella calvinista
e quella anglicana. (wikipedia)
Per il
vocabolario Italiano: la condizione, il fatto
di essere trino, spec. con riferimento al
mistero fondamentale del cristianesimo,
l’esistenza in Dio di un’unica natura e tre
persone (Padre, Figlio e Spirito Santo).
(Treccani)
In
definitiva si comprende che Dio è un unica
“essenza”, presente in tre figure, distinte tra
di loro, ma tutte e tre Dio. Queste tre
persone sono: il Padre, il Figlio e lo Spirito
Santo.
Ora un sintetico
riassunto della storia religiosa della Trinità:
nella religione
l’affermazione di trinità indica l’unità e la
distinzione fra Padre, Figlio e Spirito Santo.
Dogma, che a partire dal II secolo, a causa dei
continui conflitti ecclesiastici e politici,
costituì un continuo dilemma teologico tra
l’affermazione monoteistica e l’attribuzione
della divinità a più di una persona. Un primo
chiarimento dogmatico si ebbe inizialmente con
la consustanzialità, adottata nel
Simbolo di Nicea (325) contro l’arianesimo per
indicare l’identità di sostanza del Padre e del
Figlio. La tradizione cattolica ha
successivamente elaborato l’interpretazione del
termine come esprimente identità di sostanza (o
natura) pur nella differenza delle tre persone.
(Treccani) La disputa però continuò,
aggrovigliandosi sempre più tra dottrine ariane,
semiariane e ortodosse, sino al Concilio di
Costantinopoli, 381 d.C., che formulò il dogma
(Principio fondamentale, verità universale e
indiscutibile o affermata come tale:
d.
filosofici,
politici;
i d.
della scienza;
d.
giuridico,
principio teorico di un istituto giuridico, del
quale costituisce il sostrato fondamentale. In
partic., nella teologia cattolica,
dogma di fede,
o assol.
dogma,
verità soprannaturale contenuta, in modo
implicito e esplicito, nella Rivelazione, e
proposta dalla Chiesa come verità di fede,
oggettiva e immutabile:
d.
della Trinità;
d.
dell’Immacolata Concezione;
sancire,
proclamare un dogma.
Per estens.:
questo per me è
un d.,
è
un d.
di
fede,
ritenere un d.,
accettare come un d.,
e sim., di cosa a cui si crede ciecamente e che
non si pone in discussione –
Treccani)
della divinità della terza persona della
Trinità, lo Spirito Santo. Nel secondo Concilio
di Costantinopoli, 553 d.C., fu emesso il
seguente anatema: “Chi
non confessa che il Padre, il Figlio e lo
Spirito Santo hanno una sola natura o sostanza,
una sola virtù e potenza, poiché essi sono
Trinità consostanziale, una sola divinità da
adorarsi in tre ipostasi, o persone, sia
anatema”.
Uno, infatti, è
Dio Padre, dal quale sono tutte le cose; uno il
signore Gesù Cristo, mediante il quale sono
tutte le cose; uno è lo Spirito Santo, nel quale
sono tutte le cose (2)
La questione però
non terminò affatto qui. La stessa iconografia
ebbe un avvincente sviluppo: dai primi secoli
dell’era cristiana vi furono raffigurazioni
della Trinità diciamo neutre: simboli geometrici
(triangolo equilatero o inscritto in un cerchio,
tre cerchi variamente incrociati). In area
Bizantina troviamo il tema dell’etimasia:
immagini di un trono vuoto sormontato da una
croce. Proseguendo nel IX sec. si fecce strada
la raffigurazione con figura umana tricefala,
costituita da un solo corpo con tre teste e la
rappresentazione di tre figure umane, aventi
fisionomia eguale ma distinte, con le sembianze
di Cristo. Tutte progettate nel tentativo di
esprimere l'unita di Dio, non rivelandone però
con chiarezza il ruolo. Dalla prima metà del XII
sec. appare il Trono di grazia, con Dio Padre
che sorregge il figlio crocifisso alla presenza
della colomba. Alla fine del 1500 quest’ultima
iconografia viene leggermente modificata con il
figlio non più crocefisso ma con il corpo inerte
e sostenuto dal Padre. Ma la storia non finisce
qui.
Il concilio di Trento, indetto da Paolo III nel
1545, che si concluse nel 1563, condanna e
proibisce la rappresentazione della Trinità
antropomorfica
(Tendenza
ad attribuire aspetto, facoltà e destini umani a
figure immaginarie, animali e cose, presente
pressoché universalmente tra i popoli primitivi
e nel folclore e nel pensiero dei popoli civili.
In partic., attribuzione alla divinità di
qualità umane, sia fisiche (a.
fisico)
sia intellettuali e morali (a.
psichico,
detto anche
antropopatia
- Treccani).
Iconografia ritenuta inappropriata anche da papa
Urbano VIII, che nel 1628 condannò il modo di
dipingere la Trinità. Nel 1745, papa Benedetto
XIV, emana un'enciclica dove definì non
appropriate le raffigurazioni della Trinità,
condannando la raffigurazione antropomorfica
dello Spirito Santo, poiché tre individui
perfettamente uguali creano dubbi su chi sia il
Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, fissando
così l'iconografia di Dio e della Trinità e
dando il via alla cancellazione sistematica
nelle chiese degli affreschi rappresentanti le
raffigurazioni tricefali della Trinità.
In conclusione,
abbiamo la fortuna di avere in valle una delle
rare immagini della Trinità sopravvissute
all’impegno profuso dai zelanti “visitatori”
nell’ubbidire al dettame della “damnatio
memoriae” (propr.
«condanna della memoria»). – Condanna, che si
decretava in Roma antica in casi gravissimi, per
effetto della quale veniva cancellato ogni
ricordo (ritratti, iscrizioni) dei personaggi
colpiti da un tale decreto - Treccani)
sul controllo di luoghi, organizzazioni e
simboli, ossia sulla manipolazione della
memoria.
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