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MAS DEI
BAGENARI "UN LIBRO A CIELO APERTO" - 22 luglio 2020
di
Barbara e Valentino
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Che si decida di salire dalla località
Birreria, al confine tra i comuni di Malé e Rabbi, o che
si scenda da Bolentina, direzione Rabbi, ci si imbatte
nel Mas dei Bagenari (a volte riportato anche come Mas
dei Bagianari).
Per nostra fortuna non siamo i soli a
“leggere” gli indizi sparsi sul territorio ma anche gli
agenti della forestale ci danno un valido aiuto, questo
è uno di quei, non proprio rari, casi. Durante il suo
servizio giornaliero Laura si è accorta di un masso
inciso e di molte scritte sulle tavole del maso.
Il sito si presenta molto aperto, posto
direttamente sulla strada e costituito da un agglomerato
di 5 unità abitative, la prima leggermente staccata,
ristrutturata e portante la dicitura Mas dei Bagenari.
Le altre sono l’una a ridosso dell’altra, un piccolo
bivacco (Bivacco dei Bagenari), due masi lasciati
all’incuria del tempo, adibiti a stalle e fienili,
mentre la più esterna è appena stata ristrutturata.
Nelle foto 1 e 2 è presente la
pietra incisa, la prima al “naturale” mentre la seconda
è come si presentano le pietre dopo essere state
rilevate, una parolona per identificare il tipo di
lavoro che noi svolgiamo per poterle catalogare, ovvero,
contorniamo con il gesso ogni segno presente per poi
verificarne la natura, se inciso dall’uomo oppure da
agenti atmosferici o colpi accidentali. Nello specifico
notiamo subito che il masso è di seconda giacitura, cioè
è sicuramente stato spostato e ricollocato sul selciato
d’ingresso dell’abitazione, non è però detto che
provenga da qualche luogo magico e sperduto, molto
probabilmente è stato spostato per i lavori di muratura
e ricollocato dove stava meglio (o serviva). Sulla sua
superficie troviamo 2 tipologie di croci, quella sul
monte (particolare A e B) caratterizzata dalla
croce latina con due braccia identiche ed una più lunga,
infissa in un triangolo, a simboleggiare il monte della
crocefissione. La seconda invece (particolare C)
rappresenta quella patente con 4 braccia uguali.
Sulla stessa pietra rileviamo anche
diverse lettere e date, oltre a simboli/disegni non ben
leggibili, si può tranquillamente assegnare date e
lettere a scritte silvopastorali, da accreditarsi al
susseguirsi di uno o più persone in date diverse
impegnati a pascolare il bestiame.
Sullo stesso masso troviamo quindi
diverse incisioni ma possiamo datarle, o meglio
collocare, nello stesso periodo? Purtroppo, no! Quello
della datazione su pietra risulta essere il più
ipotetico da cercare. Mentre con i resti, umani (ossa) o
vegetali (legno), il carbonio 14 rappresenta la chiave
di datazione ma inefficace sulla pietra, unico sistema
che può dare un’idea viene dalla natura o, nello
specifico, dai licheni che colonizzano la superficie. La
pietra però risulta molto uniforme e non è da escludere
abbia subito qualche sorta di lavaggio prima del
riposizionamento.
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Sono nelle foto 3 – 4 – 5 – 6 – 7
che leggiamo le vere e proprie pagine del maso, siamo
abituati a vedere persone che ricercano la solitudine,
anche momentanea, dalla loro vita frenetica ed ecco che
le assi ci riportano ad un passato dove si viveva
completamente l’opposto, guardando con nostalgia e
tristezza periodi, brevi o lunghi che siano, isolati. E’
vero le malghe esistono ancora, i pastori svolgono la
loro attività “quasi” come allora ma sicuramente non si
aveva il turista che passa per caso o gli amici che,
finito il lavoro, salgono in macchina a far bagordi.
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"pittore
non
sono – non
sò disegn
are – ma
questo
ricordo
ti voglio
lasciare"
alfredo
gregori
..... 1966"
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3 |
4 |
"la matina
del 12 giugno
parti da magras per
recarmi al
maso bagenari
a fare il pastore
in tal giorno
pensavo, come
sara bruto
esendo
sempre solo"
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"ALFREDO
GREGORI
MAGRAS
19 - VIII - 1965"
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5 |
6 |
"PEDROTTI
GIOVANNI
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1929 1930 |
PASTORE
MASO
BAGENARI"
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Molto singolare è vedere anche
come si usava scrivere sulle tavole, usando i
chiodi (o similari) per abbozzare le lettere
bucando il legno, per poi collegare i punti
incidendone le lettere.
"sulla
sabbia
scrissi
il tuo
nome il ven
to"
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7 |
8 |
È singolare
vedere come le altre scritte siano posizionate
tutte sulla stessa asse di legno mentre questa
in figura 8 si presenta prima realizzata
con del colore e copra più superfici parallele.
Non è da
escludere, anzi si potrebbe tranquillamente
azzardarlo, A.G. è lo stesso Alfredo Gregori che
lasciava la sua traccia l’anno precedente, la
stessa persona infatti ricopriva lo stesso
lavoro per più di una stagione.
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Ora
possiamo scorrere con le
foto 9 - 10 - 11 -12
per vedere come si usasse disegnare o
impreziosire le varie scritte con stelle o case
come svago nelle lunghe giornate solitarie. |
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13 |
All’interno del bivacco sono collocate
altre scritte, quasi sicuramente riportate ed utilizzate
come balcone delle finestre, infatti si presentano molto
rovinate e “imbrattate” dal cemento utilizzato per la
ristrutturazione.
Passiamo adesso ad altre
incisioni presenti nel sito in interesse.
Nella
foto 13 troviamo incisa, con le stesse
tecniche delle lettere, una stella (a dire il
vero una seconda stella è posizionata in testa
alla scritta, qui viene riportata la coda della
stessa). Quasi sicuramente si può ipotizzare che
sia/no utilizzata/e come elemento grafico a
evidenziare il nome del pastore ma, in contesti
diversi possiamo trovare la stella, o
tecnicamente il pentacolo a simboleggiare il
bene ed il male, la magia bianca e la magia
nera, come? Semplicemente posizionandolo in
piedi (come in foto) dove rappresenta l’uomo
stilizzato, mentre il negativo viene espresso
capovolgendolo dove graficamente rappresenta un
caprone. Una piccola curiosità, il pentacolo
dritto racchiuso in un cerchio è usato come
simbolo per la stregoneria moderna, come detto
prima in questo contesto si può tranquillamente
affermarne l’utilizzo a scopi ornamentali, vista
l’assenza di elementi che avvalgano altri scopi
citati. |
14 |
Il
ferro di cavallo, foto 14, anche lui
degno di una nota specifica è da sempre segno
portafortuna o sfortuna, molti talismani infatti
racchiudono in sé entrambe le facce (bene e
male) in base a come è posizionato.
Inizia
ad assumere la simbologia quando, secondo la
leggenda, il diavolo in persona si presenta ad
un maniscalco per ferrare il proprio cavallo.
Questo spaventato dalla presenza riesce con
l’astuzia a ferrare non l’animale ma i piedi
caprini del maligno (le unghie delle capre hanno
una conformazione che non consente di essere
ferrate come i cavalli o i muli), non riuscendo
più a camminare promette di avere un occhio di
riguardo nei confronti dell’uomo in cambio la
liberazione dai ferri.
Nella
foto vediamo il simbolo capovolto, a
simboleggiare una ipotetica grotta, un qualcosa
di oscuro che all’occorrenza può rilasciare gli
spiriti maligni, ecco la rappresentazione del
lato negativo. Il positivo, di conseguenza, è
dato dal rovescio “della medaglia” la cui forma
ad U è simbolo di contenitore, riesce ad
intrappolare il maligno e fare passare gli
spiriti benigni.
Nel
nostro contesto si può presumere che il ferro di
cavallo sia stato posizionato così come elemento
decorativo, essendo attaccato ad un asse casuale
della parete. Solitamente questa tipo di
talismano è posizionato direttamente sulla
porta, o al massimo sullo stipite ma sempre
della parte esterna dell’abitazione essendo
usato per impedire sempre l’entrata a
qualcuno/qualcosa.
Ecco
velocemente quello che le pagine scritte al Maso
dei Bagenari raccontano. |
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