Che bello rientrare a Malè, dopo tanto tempo
di città, nebbia e mare! Finalmente un po’
di aria di montagna! E visto che è anche una
bella giornata di fine marzo, il cielo è
terso e l’aria ancora un po’ frizzantina,
Franca ed io decidiamo di fare “due passi”
verso i masi di Arnago. Lasciamo la macchina
al parcheggio a lato della chiesetta di
Arnago, infiliamo gli scarponcini e via, su,
seguendo la strada sterrata che conduce fino
a Mason.
Lentamente arriviamo alla meta, uno spuntino
veloce, mentre due aquile ci salutano
volteggiando maestose in cielo e poi dietro
front, si ritorna verso il parcheggio.
Franca mi aggiorna sulle attività
dell’Associazione Val di Sole Antica, sulla
ricerca di coppelle e di simboli, sulle
scoperte fatte negli anni, sulle gite a
tema….. una testa tanta, ma così tanta che
mi sento coinvolta pure io. E’ così che le
dico “Sai che c’è? Mi iscrivo anch’io, ma
chissà se riuscirò mai vivere l’emozione
della scoperta di una qualche coppella, così
come è capitato a voi….”
E’ così che, quando ad un certo punto la
strada si allarga verso una terrazza
naturale, un pianoro non molto grande che si
affaccia sulla valle, dico, quasi
scherzando: “Di’, ma qui avete mai
controllato che non ci siano delle coppelle?
Un posto così bello…” e Franca mi risponde
che delle ricerche le avevano fatte, sì, ma
poco sopra l’abitato di Arnago, verso quello
che si chiama la “Préda molesina”.
Quindi mi avvicino un po’ così, quasi per
gioco, ad una pietra che sta quasi
all’estremità della terrazza, l’osservo da
vicino e scorgo quella che potrebbe essere
una coppella…. Il segno è nitido, non sembra
trattarsi di una erosione naturale…. così
come non lo sono le due croci, una a fianco
all’altra, impresse nella stessa roccia….Ma
dài! Ma vuoi vedere che ho “scoperto”
qualcosa di interessante?!?! Scattiamo un
paio di foto, diamo un’occhiata veloce
intorno, ma ormai il tempo a disposizione è
scaduto quindi rapide verso casa. A Malè
mostriamo le foto a Luca, e sì, potrebbe
trattarsi di una coppella, ma ovviamente è
necessario fare un ulteriore sopralluogo.
Accidenti, io devo ripartire e non posso
essere presente, ma Franca e Luca hanno
deciso di andare già qualche giorno dopo a
controllare. Certo non posso non nascondere
di aver provato una certa emozione e
soddisfazione quando mi hanno telefonato per
confermare la presenza di tutta una serie di
segni (croci) sia sulla roccia che avevamo
individuato in prima battuta sia su altre lì
accanto. Non ci potevo credere, ma mi hanno
inviato subito le fotografie dei rilievi che
avevano fatto, e quindi…..
A questo punto una breve ipotesi su quanto
rinvenuto è dovuta.
Le croci sono il tema principale, quindi
riflettiamo su questo segno elementare
lasciato dall’uomo come “forza” espressiva.
Segni con linee incrociate, semplicissime
croci, crocette, a braccia uguali o diverse,
sono stati rinvenuti in gran parte del mondo
ed interpretate l’arte raffigurativa
riconducibile a segni come la
rappresentazione dell’uomo (antropomorfo),
della vita, del sole e cristiani. Gli
studiosi hanno catalogato vari tipi di
croce, principalmente per indicarne la
caratteristiche più che la funzione.
Le nostre croci possono rientrare in queste
tipologie:
- Croce
coppellata a forma latina, con puntini a
coppella ai quattro bracci, viene
considerata medioevale.
- Croce
greca, a braccia uguali (comunque viene
detta greca per consuetudine, non
essendo
greca affatto)
- Croce
latina, che venne considerata la croce
cristiana per eccellenza.
Dopo questa breve premessa, torniamo a noi.
Posizione dominante, ottima visibilità a
distanza e verso il fondovalle ispirano la
sacralità del luogo, aspetti che hanno
probabilmente influenzato coloro che hanno
scelto questo luogo per incidere la pietra
con simboli sacri di antiche credenze.
L’impressione è che tutto tenda a voler
esorcizzare l’intero luogo, come a voler
cancellare o sostituire antiche credenze o
culti, dove gli uomini salivano fino alle
rocce per officinare riti.
Seguendo i dettami di papa Gregorio Magno
“….impossibile distruggere i luoghi e i
simboli sacri agli idoli pagani e allora si
costruiscano altari, vi si collochino
reliquie,….”, si faticò a sostituire le
antiche credenze ma l’opera di recupero
venne compiuta nei luoghi ritenuti pagani
con l’incisione di croci a fianco di
coppelle
Le incisioni divengono uno strumento
importante, a volte fondamentale e
insostituibile, per scoprire l’antica
religiosità popolare e per “leggere” ciò che
i nostri avi hanno voluto comunicare
incidendo le pietre. |