ANTICHI PERCORSI PASTORALI AD ARNAGO - 25 maggio 2016

di Luca Webber

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Il 17 marzo, passeggiando sopra l’abitato di Arnago, Franca e Manuela scoprono delle coppelle. Essendo sprovviste di attrezzatura per compiere i rilievi di rito organizziamo, pochi giorni dopo, un’uscita con altri componenti dell’associazione per rilevarne l’esatta posizione. Con nostra grande sorpresa, salendo lungo l’antico sentiero, le coppelle risultano essere molte di più di quelle segnalateci.

Dall’abitato di Arnago, superate le ultime abitazioni, prendiamo l’antico sentiero lastricato che si inerpica in salita fino a giungere a un masso rotondeggiante recante sulla sua superficie piana una piccola coppella ben lisciata al suo interno. (1)

Andando avanti arriviamo alla loc. “le Varde”, luogo già studiato e segnalato nel nostro sito http://www.valdisoleantica.net/articoli/articolo_arnago_masi_2014.htm (2)

Un’altra testimonianza del passato la troviamo lungo la strada su di un muretto di sostegno, un masso riportante incisa la scritta SPCC1878. (3)

Continuando a salire, rintracciamo un masso posto a bordo strada, presumibilmente di giacitura secondaria, riportante una coppella, assai profonda e rovinata, e una croce latina che si intravedere a stento. (4)

Da questo punto, lasciata la strada, saliamo lungo una stradina lastricata che ci permette di giungere sulla sommità di una roccia protesa nel vuoto dove, togliendo un bel po’ di foglie, terriccio e muschio, quelli che sembravano segni abbozzati risultano invece essere incisioni praticate dall’uomo. Con appassionato e duro lavoro abbiamo portato alla luce sulla superficie rocciosa, 6 coppelle e una croce latina (9x12) più una coppella dubbia, di sicuro realizzate in tempi remoti e scordate da parecchio tempo. (5)

Salendo più in alto raggiungiamo il maso “Sarot” e, su un affioramento roccioso, troviamo 4 coppelle a fondo concavo di diverse misure, non ben lisciate all’interno ma incise assai profondamente, tanto da farci dubitare si tratti di coppelle ma, escludendone la naturalità, sicuramente realizzate artificialmente. (6)

 

 

 

 

 

 

 

 

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Un ultima incisione del passato la troviamo a mt. 1462, sui resti di una possibile malga un masso riportante la data 1878, una croce latina e le lettere PC. (7)

Oggigiorno non sappiamo dire con esattezza perché l’uomo praticava questi antichi rituali di origine pagana, il cui senso religioso è andato perduto, ma siamo in grado di ipotizzare si possa trattare di altari a cielo aperto, creati a protezione del soprannaturale, una demarcazione, una linea estrema per difendersi da ciò che reputavano maligno e scongiurare ogni evento insolito.

A riprova di quanto detto, le pietre incise rinvenute sono poste lungo un sentiero frequentato fin dall’antichità e in diretta corrispondenza visiva tra di loro, territori, a quei tempi, totalmente a pascolo. Riflettendo, chiunque percorra questo ripido sentiero, non può che trattenere il fiato di fronte alla straordinaria bellezza che gli si presenta, uno sguardo d’insieme che fa innalzare il pensiero verso Dio, con qualunque nome egli sia chiamato.

Facciamo un salto indietro nel tempo e…….immaginiamo uomini, donne e bambini, che salgono questo antico sentiero per la caccia in epoche lontane o per la pastorizia in epoche più vicine a noi. Uomini, donne e bambini, che sostano su questi altari lasciando offerte nelle coppelle per cercare di comunicare con il divino, per invocarlo o per placarlo………

 

 

 

 
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