Grazie a Vincenzo Penasa di
Mangiasa e Vincenzo Ciatti di Bolentina ci è giunta notizia
alcuni mesi fa di un masso nei pressi della malga bassa di
Bolentina denominato da alcuni “L’ACQUASANTIERA” e da altri “LA
PREDA DELL’ACQUA SANTA”. Caratteristica importante di tale
roccia, secondo i nostri informatori, doveva essere un incavo
piuttosto grande e regolare con una presenza piuttosto costante
di acqua all’interno. Con l’arrivo della primavera la curiosità
ha cominciato ad uscire dal letargo ed un giorno ho deciso di
fare un giretto nella zona, anche se non sapevo l’ubicazione
esatta della roccia (era segnalata più in alto rispetto alle
vasche dell’acqua in cemento che si trovano lungo la strada che
passa sopra la malga bassa di Bolentina in direzione Salec).
Arrivato alle vasche ho preso un sentierino che sale ed ho
osservato con attenzione alcuni massi che potevano corrispondere
a quello segnalato (mi immaginavo un masso di modeste dimensioni
con un incavo più o meno naturale). Dopo una decina di minuti
arrivando nei pressi di un avvallamento con un dosso ed un salto
di roccia sottostante ho capito di essere nel posto giusto.
Avevo di fronte un masso piuttosto grande con un incavo
triangolare pieno d’acqua nella quale si riflettevano le piante
ed il paesaggio (le definizioni ACQUASANTIERA e PREDA DELL’ACQUA
SANTA sono sembrate adatte). Dopo alcune foto e dopo aver notato
che a livello del terreno c’è una roccia particolare con una
piccola fessura che non sembra naturale ho capito che era meglio
chiamare rinforzi e così alcuni giorni dopo siamo ritornati con
Luca, Franca ed Angela per registrare il masso nel modo
appropriato. |
Si trova ad un’altitudine di 1635
metri s.l.m., le dimensioni sono di 3 metri per 1,70 metri e
presenta un incavo triangolare quasi perfetto profondo 30
centimetri nella parte più alta; le pareti interne assomigliano
al lavatoio di una fontana e sembra di intravedere su queste
l’opera dell’uomo. La fessura che si trova nella roccia
confinante a livello del terreno, lunga 10 centimetri e profonda
5 centimetri, lascia ipotizzare un incastro per sostenere
qualcosa da collegare al bordo dell’ACQUASANTIERA. A prima vista
la “preda” può ricordare un abbeveratoio per il bestiame, anche
perché dove ora sono cresciuti cespugli e bosco una volta
probabilmente era tutto pascolo; in ogni caso per funzionare
come abbeveratoio avrebbe dovuto avere la necessaria
alimentazione d’acqua, ben più consistente della normale
pioggia. Le vasche sottostanti, il terreno e la vegetazione
lasciano intuire una buona presenza di acqua nel sottosuolo
(forse c’era una sorgente in grado di alimentare l’
ACQUASANTIERA). Cercheremo di raccogliere ulteriori informazioni
sulla PREDA DELL’ACQUA SANTA, confidando nella collaborazione
della gente e di chi ha lavorato in passato nelle malghe della
zona. |