LA PREDA DELL'ACQUA SANTA (L'ACQUASANTIERA) DI BOLENTINA - 1 settembre 2016

di Giuliano Valentinotti

Oltre alle segnalazioni di antiche scritte, croci e coppelle da parte dei custodi forestali e di valligiani che per fortuna prestano attenzione a quegli aspetti del nostro territorio riconducibili ad un passato che mai dobbiamo scordare, ci siamo trovati questa volta davanti a qualcosa di diverso e allo stesso tempo interessante ed affascinante.

Grazie a Vincenzo Penasa di Mangiasa e Vincenzo Ciatti di Bolentina ci è giunta notizia alcuni mesi fa di un masso nei pressi della malga bassa di Bolentina denominato da alcuni “L’ACQUASANTIERA” e da altri “LA PREDA DELL’ACQUA SANTA”. Caratteristica importante di tale roccia, secondo i nostri informatori, doveva essere un incavo piuttosto grande e regolare con una presenza piuttosto costante di acqua all’interno. Con l’arrivo della primavera la curiosità ha cominciato ad uscire dal letargo ed un giorno ho deciso di fare un giretto nella zona, anche se non sapevo l’ubicazione esatta della roccia (era segnalata più in alto rispetto alle vasche dell’acqua in cemento che si trovano lungo la strada che passa sopra la malga bassa di Bolentina in direzione Salec). Arrivato alle vasche ho preso un sentierino che sale ed ho osservato con attenzione alcuni massi che potevano corrispondere a quello segnalato (mi immaginavo un masso di modeste dimensioni con un incavo più o meno naturale). Dopo una decina di minuti arrivando nei pressi di un avvallamento con un dosso ed un salto di roccia sottostante ho capito di essere nel posto giusto. Avevo di fronte un masso piuttosto grande con un incavo triangolare pieno d’acqua nella quale si riflettevano le piante ed il paesaggio (le definizioni ACQUASANTIERA e PREDA DELL’ACQUA SANTA sono sembrate adatte). Dopo alcune foto e dopo aver notato che a livello del terreno c’è una roccia particolare con una piccola fessura che non sembra naturale ho capito che era meglio chiamare rinforzi e così alcuni giorni dopo siamo ritornati con Luca, Franca ed Angela per registrare il masso nel modo appropriato.

Si trova ad un’altitudine di 1635 metri s.l.m., le dimensioni sono di 3 metri per 1,70 metri e presenta un incavo triangolare quasi perfetto profondo 30 centimetri nella parte più alta; le pareti interne assomigliano al lavatoio di una fontana e sembra di intravedere su queste l’opera dell’uomo. La fessura che si trova nella roccia confinante a livello del terreno, lunga 10 centimetri e profonda 5 centimetri, lascia ipotizzare un incastro per sostenere qualcosa da collegare al bordo dell’ACQUASANTIERA. A prima vista la “preda” può ricordare un abbeveratoio per il bestiame, anche perché dove ora sono cresciuti cespugli e bosco una volta probabilmente era tutto pascolo; in ogni caso per funzionare come abbeveratoio avrebbe dovuto avere la necessaria alimentazione d’acqua, ben più consistente della normale pioggia. Le vasche sottostanti, il terreno e la vegetazione lasciano intuire una buona presenza di acqua nel sottosuolo (forse c’era una sorgente in grado di alimentare l’ ACQUASANTIERA). Cercheremo di raccogliere ulteriori informazioni sulla PREDA DELL’ACQUA SANTA, confidando nella collaborazione della gente e di chi ha lavorato in passato nelle malghe della zona.