L‘associazione Val di Sole Antica che istituzionalmente si occupa di incisioni litiche e coppelle (testimonianze della presenza umana anche in Val di Sole sin dal Neolitico e Alta Età del Bronzo) e comunque di una storia piuttosto antica
si è trovata questa volta a far luce su un fatto accaduto in valle risalente alla seconda guerra mondiale.Tra la gente di Dimaro e paesi limitrofi si ricorda di un aereo caduto prima della fine dell'ultima guerra nella zona di malga Scale sulla
Catena del Brenta Settentrionale lungo la valle del Meledrio. Le notizie però erano piuttosto confuse e contrastanti riguardo alla nazionalità dell'aereo e all'equipaggio lanciatosi con il paracadute.
Si sapeva per certo che dai giovani allora non chiamati alle armi erano stati recuperati, nei giorni successivi all'impatto, alcuni paracadute, rottami e pezzi di motore. Aldo Zanella ( Rana ), di Carciato, diceva di aver recuperato un
paracadute e l'allora quindicenne Alcide Pancera riportò una profonda ferita alla coscia mentre insieme a Stefano Ramponi, poi laureatosi in Ingegneria Meccanica, armeggiava intorno ad una mitragliatrice. Racconta la sorella
novantaquattrenne che veniva medicato di nascosto due volte al giorno dal medico condotto Dott. Bruno Barbacovi. A settembre 2016 l'associazione americana Warbirds of Glory Museum, intenta a ricostruire copia del cacciabombardiere
B25J Mitchell, studiando nei Registri Storici Militari della Seconda Guerra Mondiale l'attività di questo tipo di aereo, chiedeva all'analoga associazione italiana Air Crash Po di Pavia notizie del B25J 8Z caduto nel raggio di 5 miglia
( 8 km circa ) da Malè il 20 marzo 1945. Contattati da questi Val di Sole Antica ha iniziato una collaborazione con Ron Asman ricercatore e storico dell'associazione americana. Ron attraverso gli archivi storici militari ci ha fatto conoscere
nei minimi dettagli la vicenda di questo aereo. Il 20 marzo 1945 il B25J 8Z della 488 BOMBS SQUADRON apparteneva ad una squadriglia composta da 3 aerei che, partendo dalla Corsica, andavano a bombardare con bombe al fosforo
la linea ferroviaria tra Bressanone e Vipiteno. Due furono abbattuti dalla contraerea tedesca nella zona di Campo Trens, mentre l'8Z con il motore a dritta colpito ed in avariariusciva a mettersi sulla rotta di ritorno. Un solo motore non
permetteva all'aereo di superare la quota di 3600 piedi ( 1100 m. circa ) e l'equipaggio nei pressi di Malè comunico' alla base la decisione di abbandonare l'aereo. L'equipaggio consisteva in 6 membri:
JAMES E. JACOBS ( 19.11.1923 - 02.07.2007 ) pilota
HARDY DONNEL NARRON (10.05.1922 - BOLZANO 24.03.1945 ). secondo pilota
MEDARD R. TAFOYA ( Mexico 20.01.1920 - BOLZANO 26.03.1945 ) mitragliere di torretta
MELVIN ERNEST KELLEY ( 30.12.1922 - 27.12.1998 ) mitragliere di coda
JACK BENJAMIN THOMAS WILLINGHAM ( 14.08.1922 - 22.09. 1996 ) radiofonista
GEORGE WILLIS HAMMOND, Jr ( 15.08.1917 - BOLZANO 24.03.1945 ) 1LT
Questi si lanciarono col paracadute prima dello schianto e vennero catturati dai tedeschi e imprigionati, sembra per due giorni, nelle carceri di Male'.Da lì vennero trasferiti a Bolzano e consegnati alla Gestapo per essere interrogati sotto
tortura e quindi portati al campo di concentramento di via Resia. Le SS avendo scoperto negli interrogatori che tre membri dell'equipaggio ( Narron, Tafoya e Hammond) avevano un mese prima partecipato al terrificante bombardamento
di Dresda, il 24 marzo li prelevarono dalle prigioni del campo con la scusa di un trasferimento ad altro campoadiacente l'aerodromo fuori città. Lungo il tragitto, simulando un guasto al mezzo con cui li trasportavano, li facevano scendere
e procedere a piedi per sparar loro poi alle spalle. Due morirono sul posto, il terzo ( Tafoya ), gravemente ferito, venne portato al campo di concentramento e giustiziato due giorni dopo con un colpo alla testa davanti a tutti motivando
l'esecuzione come conseguenza di un tentativo di fuga. Furono tutti sepolti nel cortile di una chiesa in Bolzano. Al termine della guerra le spoglie di due di loro ( Hammond e Tafoya ) vennero riportate in patria dai famigliari, il terzo
( Narron ) è tuttora sepolto nel cimitero militare americano dei Falciani nei pressi di Firenze. I tre graduati delle SS, Sturmbannfürer AUGUST HERRMANN JOSEPH OTTO SCHIFFER - Oberleutnant HEINRICH - ALOIS
ANDERGASSEN SS Officer ROBERT ALBERT STORZ, responsabili anche della trucidazione di altri aviatori americani e di Stephen Hall eroe dello spionaggio che operava nel Cadore e Brennero ( OSS - Office of Strategic Services),
torturato due settimane e deceduto per "paralisi cardiaca", furono catturati e processati dal Tribunale Militare di Napoli per poi essere impiccati il 26 luglio 1946 presso la Base Peninsulare USA di Livorno come criminali di guerra.
L'autista del mezzo fu invece condannato all'ergastolo.
Per conto della Warbirds Glory Museum Ron Asman decideva di venire in Italia ad esplorare il sito dell'impatto, visitare i resti del campo di concentramento di Bolzano e il Cimitero Militare Americano dei Falciani dove trovano
sepoltura Narron e Hall, e quello Germanico della Futa dove sono sepolti i tre militari SS giustiziati a Livorno. Arrivato alla Malpensa il 7 agosto lo attendeva Val di Sole Antica per portarlo a Dimaro dove gli era stata riservata
una stanza all'Hotel Gran Vacanze. Nel pomeriggio del giorno successivo a Carciato viene accompagnato a casa di Pio Iegher, deceduto a giugno alla veneranda età di 101 anni, dove i figli Gianpiero e Sandro gli fanno esaminare
due quintali e mezzo di rottami dell' 8Z recuperati dal padre nel torrente Meledrio nell' autunno del '45 appena rientrato dalla guerra. Pio era persona operosa e di fine ingegno, con grande interesse alla meccanica e, oltre a tanti
rottami di alluminio - avio, aveva smontato e recuperato molte parti di un motore ed altri elementi meccanici che nel corso della sua lunga vita adattava ad uso pratico. Generosamente i figli di Pio donano a Ron un quintale e mezzo
dei rottami per esporli nel Museum. Ci stiamo ora adoperando alla spedizione. Già a dicembre 2016 Pio aveva acconsentito, ed avevamo spedito in USA, a donare un pezzo integro ed utilizzabile della torretta del mitragliere.
Veramente importante è stato per Ron trovare un pezzo superiore della carlinga con colorazione "American Olive Drab" perché non si sapeva come l'aereo era stato verniciato dopo che nel giugno 1944 la Luftwaffe aveva bombardato
il campo USA in Corsica. Fino a quel momento i B25J erano integralmente in alluminio e quindi ben riconoscibili alla vista aerea.
Il 9 agosto alle 6.30, accompagnati dal dipendente ASUC di Dimaro Giuseppe Pangrazzi si parte per raggiungere località Centonia dove lasciamo le macchine e preso il Senter del Pai raggiungiamo località Scale per salire quella
porzione del Tof dei Brenzi da allora chiamata Tof de l'Aeroplan. Ron è in palese difficoltà e preferiamo mettergli un imbracatura per tenerlo in sicurezza nei punti esposti e nel superare i tratti rocciosi. Una parte del gruppo,
con Ron, sale direttamente al luogo dell'impatto per la via meno faticosa mentre altri risalgono lentamente il canalone con un metaldetector alla ricerca di resti. Settant'anni di valanghe invernali hanno fatto la loro parte, ma lo
strumento ci consente di recuperare anche qualche rottame di alluminio.Raggiunto il sito dell'impatto il socio Val di Sole Antica e membro del Soccorso Alpino Val di Sole Claudio Schwarz fissa alla parete rocciosa la targa in
italiano ed inglese a memoria storica fatta approntare dalla nostra associazione.
Giovedì 10 portiamo l'americano in via Resia a Bolzano dove restano parte delle mura del Campo di Concentramento area ora edificata dagli anni 60 con case popolari.Una serie di cartelloni illustrativi documentano nei particolari
fotografici l'organizzazione e la vita del Campo. A sera ci riuniamo a Rabbi nella Malga Stablasolo dove Ron ha potuto gustare la cucina tipica della Val di Sole.
Sabato 12 portiamo Ron al Cimitero Germanico del Passo della Futa sulle tombe dei 3 SS. Qui sono sepolti 34.000 solati ed ogni anno ancora, ci dice il custode, vengono tumulati da 1 a 3 resti di soldati tedeschi trovati
sull'Appennino Tosco Emiliano. Raggiungiamo prima di mezzogiorno il Cimitero Americano in località Falciani vicino a Tavarnuzze ( FI ) 5 km dopo il casello autostradale di Firenze Sud. Se alla Futa pervade un senso di
freddo abbandono e tristezza qui al FALCIANI l'immensa area di un tappeto verde vivissimo appare incoronato da 2400 croci di marmo bianco come ali angeliche paradisiache. Il Direttore, che avevamo contattato per
annunciagli la nostra visita, accompagnandoci alle dimore di Narron e Hall ci dice che l'età media di chi qui ha trovato sepoltura è di 22 anni e ce ne sono parecchi anche di 17. Mi viene la pelle d'oca ed un nodo mi stringe
la gola. Due alti obelischi in marmo bianco dominano la base e il culmine della salita centrale alla collina funeraria che in alto sembra coronata da una imponente struttura monumentale marmorea dove, in mosaici, incisioni
e bassorilievi è documentata tutta l'operazione militare Alleata sulla terra d'Italia e che accoglie una splendida cappella dedicata alla Madonna. Ritorniamo a Dimaro stanchi per il gran traffico di questi giorni di ferragosto
ed il gran caldo ma a questo punto il più è fatto. Ci resta solo di andare dalla signora Vittoria, moglie di Pio Iegher che preparava per Ron delle foto di Pio negli anni 40 e sentire Guido Ravelli ai fatti quindicenne e testimone
al 20 marzo 1945.
A ferragosto in compagnia di cari amici portiamo Ron al Malghet Aut di Folgarida dove Cesira e Graziella con il fratello Mauro e Claudia ci ospitano nel loro Rifugio Albasini e fanno gustare a Ron il meglio del meglio della
nostra tradizione culinaria.
Il 16 mattina ritorniamo al Tof de l'Aeroplan, nella parte terminale fino al torrente Meledrio dove Pio recuperò le parti del motore e quanto restava di un'elica. Tribolando fra le sterpaglie su un terreno di deposito e di
decomposizione del materiale di scarico delle valanghe invernali Ron ha la fortuna di mettere un piede su quel poco che emergeva di un grosso pezzo della carlinga che faticosamente siamo riusciti a recuperare.
La ricerca non si è protratta a lungo perché ci siamo resi conto che senza un metaldetector sarebbe stato pressoché impossibile incappare in altri resti. Al pomeriggio la signora Vittoria ci ha preparato le foto e, mentre
Ron le fotografa per farne copia a disposizione del Glory Museum, ci racconta di come suo fratello Alcide un po' trascinandosi e a tratti portato in spalla dallo Stefano Ramponi raggiunse casa e fu curato dal Dott. Bruno,
medico amato in paese per la sua umanità. La sera ospiti presso la sede dei Vigili del Fuoco di Malè Ron ci proietta un interessante documentario di 50 minuti relativo al recupero in Alaska da parte della Warbirds Glory
Museum di un B25 adattato ed adibito dopo la guerra a velivolo antincendio.
Il giorno dopo andiamo da Guido Ravelli. Aveva quindici anni e spesso al mattino stava alla finestra della casa familiare a Presson perché quasi tutti i giorni vedeva passare degli aerei in formazione che apparivano alla sua
vista venendo da Madonna di Campiglio all'altezza del Torrione di Scale per poi scendere di quota ed uscire dalla Val di Sole come a prendere la direzione di Trento o di Bolzano. Ricorda perfettamente il giorno perché,
se normalmente non vedeva mai ritornare gli aerei, quella volta 10/15 minuti dopo il passaggio di due aerei in direzione Bolzano ne vide uno che più o meno all'altezza di Malga Scale lasciava cadere "tre cose bianche"e poi
udì il rumore sordo dello schianto. Non sapeva allora dell'esistenza del paracadute e realizzò più tardi la cosa parlando con i più grandi. C'era ancora molta neve sulla montagna e in Val Meledrio per cui solo un mese più
tardi salì con altri ragazzi al luogo dell'impatto. C'erano detriti dappertutto e ricorda una mitragliatrice. Correva voce che gente della Val di Non aveva portato via un motore. Dal suo raccontosembrano emergere delle
incongruenze rispetto a quanto risulta dagli Archivi USA, ma Ron Asman conferma che è verosimile che un cacciabombardiere avesse lasciato la formazione per attaccare il bersaglio da altra direzione. Ci mostra pure
dei piani di volo dove il rientro alla base in Corsica è diverso dalla rotta di andata alla zona da bombardare. Per i soli tre paracaduti, menzionati da Guido, anche qui sappiamo che i portelloni del B25J 8Z erano uno in coda
da dove normalmente si lanciavano due dell'equipaggio e uno anteriore da cui per ultimi saltavano pilota e copilota e gli altri due. Probabile quindi che tre si fossero lanciati precedentemente, ma di questo non vi è memoria in Valle.
Nel bar del Hotel Gran Vacanze la presenza dell'Americano era diventata ormai un evento e due giorni prima della sua partenza l'amico Alfredo Carnessalini racconta che suo padre, originario di Deggiano, diceva che tutti sapevano
dove l'8Z aveva lasciato cadere tre bombe 200 m. sopra il paese e per anni se ne potevano vedere i crateri. Altra voce di questi giorni ci viene dal sig. Gramola di Deggiano che ricorda il fatto e dice di 5 bombe. Da Ron sappiamo
che il B25J 8Z poteva portare da 14 a 17 ordigni esplosivi.
E il 18 agosto riaccompagnamo l'amico Ron alla Malpensa da dove prenderà la via di casa dopo le due ricognizioni al Tof de l'Aeroplan e aver fatto con lui al fianco 2552 km ai luoghi legati a questa storia.
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