08_01_2023 - Val di Sole Antica

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Val di Sole Antica
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Madonna incoronata dalla Trinità” a Deggiano
di Luca Webber (Associazione Val di Sole Antica)

Nella piccola e accogliente chiesa della Santissima Trinità, consacrata il 1 maggio 1586, troviamo sull’altare maggiore del 1620 un dipinto raffigurante la “Madonna incoronata dalla Trinità”. Un’iconografia interessante perché al centro di molti contrasti, terminati con l’essere proibita dalla Chiesa cattolica dopo il Concilio di Trento. Stuzzicante la prescrizione lasciata dai visitatori pastorali nell'annotazione contenuta negli atti di Trento, ADTn, Atti visitali, 9 b (1917) , c. 129, che riporta: “il Spirito Santo in forma di colomba sii accomodato, et meglio si vegga” (1). Per nostra fortuna l’ordine non fu mai eseguito.
Approfondiamo l’argomento della Trinità con un sintetico riassunto.
La Trinità è la dottrina fondamentale del cristianesimo che afferma: Dio è un unica “essenza”, presente in tre figure, distinte tra di loro, ma tutte e tre Dio: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.
Dogma, che a partire dal II secolo, a causa dei continui conflitti ecclesiastici e politici, costituì un continuo dilemma teologico tra l’affermazione monoteistica e l’attribuzione della divinità a più di una persona. Un primo chiarimento dogmatico si ebbe inizialmente con la consustanzialità, adottata nel Concilio di Nicea (325) ad indicare la natura delle tre persone della SS. Trinità.
La disputa però continuò, aggrovigliandosi sempre più tra dottrine ariane, semiariane e ortodosse, sino al Concilio di Costantinopoli, 381 d.C., che formulò il dogma della divinità nella terza persona della Trinità, lo Spirito Santo. Nel secondo Concilio di Costantinopoli, 553 d.C., fu emesso il seguente anatema: “Chi non confessa che il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo hanno una sola natura o sostanza, una sola virtù e potenza, poiché essi sono Trinità consostanziale, una sola divinità da adorarsi in tre ipostasi, o persone, sia anatema”. Uno, infatti, è Dio Padre, dal quale sono tutte le cose; uno il signore Gesù Cristo, mediante il quale sono tutte le cose; uno è lo Spirito Santo, nel quale sono tutte le cose (2).
Dai primi secoli dell’era cristiana la raffigurazione della Trinità ebbe un avvincente sviluppo.
All'inizio con simboli geometrici (triangolo equilatero o inscritto in un cerchio, tre cerchi variamente incrociati). In area Bizantina troviamo il tema dell’etimasia: trono vuoto sormontato da una croce. Proseguendo nel IX sec. si fece strada la figura umana tricefala, (un solo corpo con tre teste o tre figure umane, aventi fisionomia eguale ma distinte, con le sembianze di Cristo). Tutte progettate nel tentativo di esprimere l'unità di Dio, non rivelandone però con chiarezza il ruolo. Dalla prima metà del XII sec. appare il Trono di grazia, con Dio Padre che sorregge il figlio crocifisso alla presenza della colomba.
Alla fine del 1500 quest’ultima iconografia venne leggermente modificata con il figlio non più crocefisso ma con il corpo inerte e sostenuto dal Padre.
Il concilio di Trento, nel 1545/1563, condanna e proibisce la rappresentazione della Trinità antropomorfica. Iconografia ritenuta inappropriata anche da papa Urbano VIII, che nel 1628 condannò il modo di dipingerla. Nel 1745, papa Benedetto XIV, emanò un'enciclica definendo non adatte le raffigurazioni della Trinità, poiché tre individui perfettamente uguali creano dubbi su chi sia il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, fissando così l'iconografia di Dio e della Trinità dando il via alla cancellazione sistematica nelle chiese degli affreschi ritenuti inappropriati.
In conclusione, abbiamo in valle una delle rare immagini della Trinità sopravvissute all’impegno profuso dai zelanti “visitatori” nell’ubbidire al dettame della “damnatio memoriae” sul controllo di luoghi, organizzazioni e simboli, ossia sulla manipolazione della memoria.

(1) “Commezzadura Storia – Comunità – Arte” di Udalrico Fantelli – Pietro Podetti – Salvatore Ferrari – 2008 Comune di Commezzadura;
(2) Anatematismi del Secondo Concilio di Costantinopoli (553 d.C.) sui “Tre capitoli“ dei nestoriani – Istruzione Cattolica;
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